Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Un' opera importante, forse necessaria ; sia dal punto di vista storico e dei contenuti che dal punto di vista tecnico e prettamente cinematografico. Bellocchio mette in scena una vicenda dall' indubbio fascino (la dolorosa storia di Ida Dalser e della sua tormentata relazione con il duce) con una potenza visiva che si dice appartenga al passato solo perchè al giorno d' oggi, in Italia, non può essere eguagliata da nessun esponente della nuova leva. Struggente melò ? Incisivo ritratto del personaggio più scomodo della Ns. storia contemporanea ? Un esercizio di stile mai fine a sè stesso ? "Vincere" può essere ciascuna di queste cose e nessuna. Tecnicamente ineccepibile (fotografia, montaggio e colonna sonora a livelli d' eccellenza) è un film passionale, dolorante, impietoso. Il regista è in totale stato di grazia e aiutandosi con innesti di filmati di repertorio, consegna un sontuoso e realistico affresco dell' Italia nei primi del '900 ma senza mai dimenticare le tematiche più intime e care del suo cinema ; decine di sequenze suggestive e memorabili : dalla sequenza d' apertura ai primi amplessi della coppia clandestina, dallo scontro al cinematografo (ricorda forse un parlamento?) alle prime manifestazioni di un' insana gelosia. E ancora il manicomio, follia forzata per l' amante e follia autentica per il figlio illegittimo ; l' ultima fuga ed il rassegnato ritorno in clinica con Ida/Giovanna che guarda fisso in camera mentre sullo sfondo scorre la scritta "Il duce ha sempre ragione". Vero valore aggiunto alla pellicola rimane la sentita interpretazione dei due protagonisti : un' intensa e disarmante Giovanna Mezzogiorno ed uno sconvolgente Filippo Timi qui alla sua miglior prova su grande schermo. I loro pochi scambi di battute, sussurrate o urlate, sono di efficacia e realismo assai rari. Un grande film per e sull' Italia, senza dubbio il nostro miglior prodotto dell' anno passato.
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