Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Un'opera estremamente profonda, complessa e dall'alto valore espressivo.
Haneke dà vita a un'opera estremamente profonda, complessa e dall'alto valore espressivo. Ne Il nastro bianco vediamo un austero villaggio tedesco alla vigilia della Prima Guerra Mondiale; è un villaggio di gente tranquilla e serena, in cui le emozioni e i sentimenti appaiono però costantemente frenati e nascosti all'interno di una soffocante cappa di austerità e perbenismo religioso. Tuttavia, nonostante quello che si noti all'esterno sembri perfetto, nel villaggio iniziano a comparire delle crepe, quali segni di violenza effettuata da autori ignoti. Inoltre, per quanto gli adulti del villaggio vogliano perennemente mostrare un volto onesto all'esterno, le loro vite private sono ammantate di frustrazione, crudeltà e ipocrisia. Ciò, ovviamente, ha un effetto nefasto sui bambini che, costantemente repressi e puniti da adulti ipocriti e incoerenti, finiscono per sfogarsi altrove e con violenza.
Il nastro bianco è un film difficile, di straordinaria intelligenza ed è psicologicamente e sociologicamente attendibile. E' un film che riesce a mostrarci, per intero, i lati oscuri dell'animo umano, come essi si formano e come evolvono e prova a fornirci una spiegazione del motivo per cui la violenza nasca dentro di noi per poi esplodere. Difatti, l'istinto violento che i bambini sviluppano, troverà il suo sfogo naturale nel ventennio successivo, quando probabilmente, questi bimbi saranno tra coloro che daranno vita al Terzo Reich e potranno così sfogare la loro violenza in un contesto sociale che glielo consentirà.
Per farla breve, Il nastro bianco è un film che sfiora il capolavoro, interpretato benissimo da tutti e denso di significato.
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