Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Meritatamente pluripremiato (César, Oscar, Golden Globe e altri), “Il nastro bianco” è per me una delle opere migliori di Michael Haneke. La vicenda si svolge in un paesello della Germania settentrionale, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Durante quest’ultimo anno di pace, nel villaggio si verificano episodi inquietanti e violenti, che nessuno riesce a spiegare. Come in ogni microcosmo, sospetti e dicerie si moltiplicano, i singoli personaggi coinvolti danno il peggio di loro stessi, i drammi si succedono gli uni agli altri. Protagonisti del film sono i bambini del villaggio, soggetti a metodi educativi prossimi al sadismo, anche se recitazione, dialoghi e filo conduttore sono affidati ad attori adulti, a cominciare dall’insegnante della scuola, la cui voce fuori campo accompagna l’intera vicenda. Facciamo così conoscenza del barone locale, vero e proprio signorotto di stampo feudatario, del suo mediocre intendente, dell’abietto medico, del retrogrado e dispotico pastore protestante. Vittime di tanta arretratezza sono ovviamente le figure più umili, i bambini e le donne. Haneke è diretto, persino crudo, nell’illustrare la violenza insita nelle famiglie e nelle società governate dalla rigidità delle tradizioni e da principi religiosi. Effettivamente, la barbarie di certo puritanesimo protestante non ha nulla da invidiare al bigottismo cattolico. Libertà individuale e sessualità sono bandite a parole, ma praticate clandestinamente e in maniera perversa da chi esercita un qualche potere, derivatogli essenzialmente dal censo. Questo piccolo mondo rurale è spelndidamente fotografato in bianco e nero lungo le quattro stagioni dell’anno. La macchina da presa si sofferma sulle pratiche agricole dell’epoca, sull’architettura e il funzionamento del villaggio, gli abiti dei personaggi, gli interni delle case. Ogni inquadratura è infarcita di dettagli preziosi, di particolari che lo spettatore non si aspetta di scoprire: un vero piacere per gli occhi. Credo che gli attori del film siano poco noti in Italia, ma mi sono apparsi di notevole bravura e diretti in modo davvero magistrale. Anche il doppiaggio italiano è di ottimo livello.
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