Regia di Michael Haneke vedi scheda film
E' un film molto ben diretto e recitato, che non annoia nonostante la sua lunga durata. La fotografia in bianco e nero, oltre che essere una scelta coraggiosa, è anche coerente sia con la sua ambientazione nel passato che anche - e soprattutto - con la tristezza e il pessimismo che caratterizzano la pellicola. Infatti il bianco e nero non è contrastato, ma basato sulle varie tonalità di grigio, che appunto rimandano al grigiore del mondo che rappresenta.
Detto questo, non è facile parlare del film dal punto di vista tematico e umano. Il suo tema centrale è forse il lento emergere nella comunità del villaggio di un male latente, ma sempre più visibile e aggressivo. Le tensioni che attraversano gli abitanti sono molte e in procinto di esplodere, come pure le perversioni e i crimini nascosti. Il personaggio peggiore è forse quello del medico, che ha un cuore di ghiaccio ed è anche pervertito, arrivando a molestare sessualmente persino sua figlia. Il pessimismo su tutti questi personaggi è molto forte, forse eccessivo, perché quel paesino di campagna finisce per essere un piccolo inferno. Non sono in grado di dire se le cose in quei luoghi stessero veramente così. Rilevo tuttavia che alcuni personaggi sono positivi, e che la rappresentazione della società non è manichea e classista.
La soluzione del "giallo" della trama è forse l'elemento più inquietante e raggelante. Non so se il regista volesse tracciare un parallelismo tra l'autoritarismo eccessivo di certe famiglie e i misfatti compiuti; quindi il film non è a tesi e didascalico, il che secondo me è molto apprezzabile e salva la baracca di una pellicola che comunque non mi è troppo simpatica. Forse il parallelismo appunto non c'è, e bisogna ammettere che oggi, nell'epoca in cui i figli vivono quasi nell'anarchia, succedono ancora queste cose, e anche peggiori di queste.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta