Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Questo film è proprio strano, di difficile classificazione. Girato in bianco e nero, racconta le vicende di un piccolo villaggio tedesco, nell’imminenza della Prima guerra mondiale. Nel villaggio succedono cose strane e inquietanti.
Difficile dare una lettura. Nel villaggio le famiglie sono numerose, è cosa normale se hanno 6-7 figli. La vita è dignitosa, anche se solo un passo oltre il rischio della fame.
Il film, per forza, narra spesso le vicende con protagonisti dei bambini / ragazzi, e di come siano sottoposti a pressioni psicologiche pazzesche, ma normali all’epoca. Al padre (Signor padre) danno del Voi, l’ubbidienza deve essere totale, e basta una piccola mancanza per subire sia punizioni esagerate, ma soprattutto per subire una “lavata di capo” terribile, suscitando sensi di colpa colossali e, in definitiva, odio.
Pertanto il film potrebbe essere visto come una condanna di una società perfettina ma marcia fino al midollo; oppure, come trovo abbia detto bene il regista (e grazie, perché una chiave di lettura era indispensabile) “il film tratta l’origine di ogni tipo di terrorismo, sia politico che religioso”.
E vedendo il film, la definizione è perfetta: in pratica la società di inizio secolo scorso aveva in sé il seme che poi l’ha minata alle fondamenta, ancora oggi. Era lei stessa la causa dell’odio che nascerà contro di lei.
Temi importanti, universali, e il film è pure molto bello, direi un 8 abbondante. Regia eccellente, recitazioni perfette, due ore e mezza mai pesanti. Un grande film, che giustamente ha vinto a Cannes (davanti a tanti bei film) e partecipò alla cinquina dell’Oscar per il migliore film straniero (battuto da Il segreto dei suoi occhi, che non ho visto), vinse il Golden Globe per il migliore film straniero e vinse pure il premio per il migliore film europeo.
Budget onesto, incassi immagino di nicchia, non so se ha fatto pari alla fine, ma se no, ciò magari spiega tante cose su come siamo messi.
Grande, grandioso
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