Regia di Michael Haneke vedi scheda film
Pur apprezzando l'estremo rigore della sua messa in scena, ho sempre trovato ogni film di Haneke, autore tedesco ma cittadino austriaco, ostico e gelido allo stesso tempo.
Anche 'Il nastro bianco' non esce dai suoi canoni: lunghi piani sequenza, ellissi, elogio del fuori campo, dialoghi estenuanti - uno bellissimo, di un cattiveria estrema tra il dottore e la governante - e soluzioni narrative insolite.
Tutto è immerso in un bianco e nero davvero splendido, che contribuisce ad esaltare la bellezza del paesaggio dove la vicenda si svolge ma la tesi sostenuta dall'autore mi sembra quantomeno azzardata. Il fatto che un'educazione repressiva e senza amore sfoci, negli anni a venire, addirittura nel nazismo mi pare esagerato: penso che un fenomeno di tale portata possa essere stato causato da ben più fattori relazionati tra di loro, come ad esempio il contesto storico o la crisi economica e, ovviamente, l'odio razziale.
Voto: 7.
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