Regia di Ken Loach vedi scheda film
Questo film, subito dopo la visione, mi ha ricordato il Loach di "Piovono pietre": storia di un proletario inglese, colma di momenti drammatici, che culmina in un climax finale. In realtà, pensandoci meglio, "Looking For Eric" presenta due caratteristiche peculiari, inusuali, del cinema di Loach (o per lo meno di quel poco che ho visto del regista inglese): l'elemento comico e l'elemento fantastico. Il primo si esplica soprattutto nel già citato climax finale che porta alla resa dei conti con il "cattivo" per colpa del quale nascono parte delle peripezie del protagonista e dei suoi cari; un finale comico-farsesco che mette anche in evidenza, a mio parere, i benefici che possono derivare da un proletariato unito, capace solo in questo modo di contrastare coloro che lo sfruttano. L'altro elemento, quello fantastico, invece si esplica nella figura del leggendario giocatore del Manchester United, Eric Cantona, vera e propria proiezione psichica del protagonista (che non a caso porta lo stesso nome), se non addirittura una sorta di grillo parlante, una coscienza, che gli permetterà di ricongiungersi con la sua prima moglie e, di conseguenza, rimettere sui binari giusti la propria esistenza. Concludendo, il film può rientrare ottimamente nel canone della commedia (anche se non mancano alcuni aspetti fortemente drammatici, come ad esempio l'irruzione della polizia in casa di Eric in un momento di calma e felicità familiare) anche per il lieto fine; quest'ultimo può, in un certo senso, rinviare al meccanismo della fiaba: ecco forse è questo, l'amalgama tra uno spiccato senso del realismo e l'elemento comico-fiabesco, ad essere l'aspetto più pregevole di quest'opera di Loach.
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