Regia di Peter Jackson vedi scheda film
"Vivere" nel limbo.........
Ventre di una non vita,colorato,eccessivo e onirico.
Luogo di passaggio,oblo' trasparente dalla quale osservare scampoli di vita.Susie Salmon è una quattordicenne al quale la vita è stata sottratta.In modo brutale ed aberrante,per mano di un vicino di casa dall'occhio(e il cuore) di ghiaccio.
L'oblo' trasparente è una finestra sul mondo per Susie.Osserva senza interferire le vite dei suoi cari.Stravolti dal dolore,loro vanno avanti,cercando i perchè e sopratutto un corpicino straziato.
Gli "Amabili resti" sono quel pezzo di cinema straziante,dopo maghi,streghe ed elfi per le terre di nessuno,Peter Jackson affronta il tema del trapasso alla "non vita".
Rifacendosi all'omonimo romanzo di Alice Sebold,il neozelandese utilizza scenari fantasmagorici,oasi di colore,dal tocco vintage e pop.Un limbo da "non vita" nella quale le chiavi di lettura sono unilaterali.Jackson utilizza sfumature interpersonali,miranti ad intenerire e straziare i palati sensibili.Una piccola "pecca" che pero' non intacca i valori enormi del film.Gli "Amabili resti" sono quelli del cuore,persi tra tenebre umane,che pero' "sopravvivono" al dolore,nella densita' di colori vivi dell'ottima fotografia.Il punto di forza del film è nella figurazione scenografica, nella compatezza dei paesaggi, e sopratutto nella scelta della protagonista.
Saoirse Ronan,biondina da liceo,viso algido e pulito,perfetta nel ruolo di piccola martire dell'abominio.
Il gruppo attoriale sorregge (in parte) un impianto scritturale misero a tratti,un gap colmato proprio dalla verve di una Susan Sarandon in forma,e un malefico e stratosferico Stanley Tucci.Dispiace dirlo,ma Mark Wahlberg e Rachel Weisz sono quasi comprimari di se stessi,inebetiti e complementari al drammone,con forzature aprioristiche.Cio' nonostante il film di Jackson non lascia indifferenti,è un dramma straniante,un qualcosa che inevitabilmente brucia gli animi.
Seppur tra forzature ed eccessi di mielismi,il film scorre bene,ci porta ad amare ed odiare,e non digerire l'ennesimo abuso sulla dolce eta'.La regia fa centro nel linguaggio delle piccole adolescenti,abitanti del "Limbo" da non vita,è li che risiedono le peculiarita' filmiche.Il resto è dato dall'onnipresente provinciuola americana,distrutta dai dolori,che vive di nuovi amori.Nella qualita' generale il film di Jackson è buono,pur narrando pezzi di cuore e dolori ultravisti,ce lo narra da una "Lente" (o oblo') che è la voce (e il cuore) della vittima.Un opera dolce e brutale nel contempo,potente nel farci ascoltare gioie e dolori di una piccola vita straziata........
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