Regia di Peter Jackson vedi scheda film
L'efferatezza tradotta in eleganza rimane il punto cardine di questa pellicola, dove Jackson si appella ancora una volta alla sua terra di mezzo come punto di vista surreale ed intimista, offrendoci scorci di polemica più sulla trama terrestre di thriller ingolfato che su quella new age legata al passaggio dall'essere al non essere. La bravissima Susie viene uccisa ma rimane sospesa in un limbo di confine, ci parla con naturalezza mentre cavalca l'ignoto, gli amabili resti sono quelli che si arrovellano a cercare una soluzione in vita, e sono i ricordi d'amore di Susie, che la tengono a (sor)vegliare l'amore e l'odio. Quest'ultimo incarnato da un esemplare Stanley Tucci che la maestria di Jackson rende profondo ed inquietante quanto più addomesticato nel suo quotidiano. Sia lui che il papà di Susie (un Wahlberg non particolarmente incisivo) coltivano hobby certosini, che ne incanalano psiche e volontà su sponde diametralmente opposte. Lo spettatore flippereggia tra Ghost, One hour photo ed Il silenzio degli innocenti ma si bea di alcune scene magiche come il naufragio delle navi in bottiglia o l'onirica visita di Susie nella luminescente sala da bagno di Stanley Tucci. Vaghiamo anche noi nel limbo sospeso tra verità, impotenze, suggestioni, sfioramenti. Amabili resti testimonia di tenere supposizioni, stempera il dolore tramutandolo in speranza.
C’è una terra di mezzo che ci intriga forse più del Paradiso, perché spesso è proprio il viaggio ad affascinare,
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta