Regia di Sylvester Stallone vedi scheda film
Un uomo solo al comando. The Expendables - titolo che rimanda inevitabilmente al fordiano They Were Expendable (I sacrificati di Bataan) - non è solo la jam session di un uomo che ha inaugurato il suo tardo autunno camminando a testa alta sul lungo sentiero di un crespucolo che brilla come un aurora. I mercenari è soprattutto l’affermazione orgogliosa e umile al tempo stesso di una poetica malinconica e autoironica (da urlo il cameo di Schwarzy e Willis). Come in un team up della Marvel, Stallone raccoglie intorno a sé i corpi di una certa idea di action movie predigitale. Ancora una volta il diventare vecchi è il nucleo dolente di un film che pur senza offrire un solo momento di tregua, si può ascoltare come la più intima e commovente delle confessioni. I professional di Stallone sono fatti di carne e sangue. Sono prepeckinpahiani e mettono in scena un’etica cinematografica arcaica. Modernissima. E gli amici che tradiscono, resuscitano per virtù in virtù dell’amicizia. Alla testa di un plotone d’esecuzione per rovesciare un dittatore sudamericano foraggiato con i soldi della Cia, Stallone firma un capolavoro che non si discute. E quando sui titoli di testa parte The Boys Are Back in Town dei Thin Lizzy scorrono le lacrime.
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