Regia di Sylvester Stallone vedi scheda film
Il doppio centro degli ultimi capitoli di "Rocky" e "Rambo" hanno riossigenato la carriera di Sylvester Stallone, il quale,dopo aver intelligentemente rinunciato ad un inutile prosieguo delle avventure dell'ex-Berretto Verde appena tornato in patria dall'Asia, si è messo ad organizzare questo film corale,la cui idea di base è richiamare in servizio molte star del cinema d'azione "tout court".Ai no di alcuni "divi" del genere,come Kurt Russell,Steven Seagal,e Jean-Claude Van Damme sono tuttavia corrisposte le presenze di Jet Li,Dolph Lundgren,Jason Statham e i cameo brevi ma intensi di Mickey Rourke, Bruce Willis e l'eterno "finto rivale" stalloniano, Arnold Schwarzenegger. A livello di regia, difficile non ammettere che Stallone non sia migliorato,e lo aveva dimostrato (anche meglio)nei due film sopra citati. Certo,esageratissime le sequenze d'azione,con sei bravacci che sgominano e trucidano un'armata di soldati nemici, i dialoghi,se si esclude il confronto tra Stallone e Rourke a due terzi di lungometraggio, sono relativamente importanti,e il film in se stesso è un nettissimo omaggio a quel cinema action che ha lanciato questi personaggi,con un concetto di giustizia molto "pratico" e i cattivi che fanno una fine indescrivibilmente sanguinosa. Però la vena anarcoide che pulsa da sempre in Sly emerge, e "The expendables",nella sua conclamata natura di intrattenimento violento puro, non è tenero con gli intrallazzi della Cia nei paesi del Terzo Mondo,la quale, quando trova qualcosa per cui nemmeno gli uomini che la compongono riescano a ritenere digeribile, usufruisce di queste figure,senza nome,senza storia, capaci di portare a compimento missioni suicide,nè più,nè meno dei fanatici kamikaze allevati da Al Qaeda e organizzazioni varie. Non poco per una pellicola ritenuta un vero "popcorn movie" e niente più.
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