Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
La formula generica, solitamente abusata, di 'opera di transizione' si applica in questo caso in maniera ineccepibile: Fiamma d'amore - insipido fin dal titolo - è un lavoro che Hitchcock dirige senza entusiasmo verso l'opera stessa, interessato piuttosto a scoprire e migliorare le potenzialità del sonoro. Il cinema aveva appena cominciato a parlare e la sceneggiatura (del regista e della moglie Alma Reville) ne approfitta per riempire di dialoghi questa pellicola; tratto da un'opera teatrale di John Galsworthy - già autore de La saga dei Forsyte - Fiamma d'amore non mostra particolare brio rispetto agli standard hitchcockiani e questa parziale disaffezione da parte del regista è confermata anche nel libro-intervista con Truffaut, in cui il film viene liquidato in pochissime battute. Addirittura secondo Chabrol e Rohmer si trattava del peggior film di Hitchcock in assoluto: forse esagerando, ma di certo non senza fondamento. Perchè oltrettutto il ritmo vacilla, la recitazione è molto impostata, teatrale, e la storia è quella che è: meno intrigante rispetto a quanto il regista inglese solitamente metteva in scena già ai tempi. Il protagonista Edmund Gwenn era in quel momento fortemente popolare; tornerà a recitare con Hitchcock quasi un quarto di secolo più tardi, ne La congiura degli innocenti. Titolo originale: The skin game; difficile immaginare cosa passasse per la testa dei traduttori italiani in quel momento. 4,5/10.
Due famiglie rivali, una di tradizione altoborghese e l'altra di nuovi ricchi, si sfidano per l'acquisto di una proprietà terriera. L'asta è vinta dalla seconda: comincia una sfida ancora più aspra.
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