Regia di Federico Micali vedi scheda film
Documentario piuttosto insolito, questo di Federico Micali. E infatti, la sua distribuzione si è limitata a un circuito di esercizio alternativo, concentrandosi soprattutto in Toscana. Attraverso una galleria di personaggi decisamente tipici e una miscela di testimonianze (molte), immagini d’epoca (poche) e spezzoni di film, questo documento intende ripercorrere la vita del Cinema Universale D’essai di Firenze, chiuso nel 1989 per essere trasformato in discoteca. La materia di partenza è sicuramente interessante, tanto che la prima parte è ricca di episodi divertenti raccontati da chi quel luogo lo ha realmente respirato. Compreso Giorgio Panariello. Tuttavia, Micali non riesce a uscire dalla spirale dell’aneddotica e vi rimane intrappolato, proponendo a oltranza le stesse macchiette, progressivamente svuotate di ironia e riempite di una volgarità a volte gratuitamente gridata. A tratti, l’Universale viene dipinto come se fosse un luogo come un altro nel quale poter gridare, lanciare di tutto contro lo schermo, fumare canne e scatenare risse. Nonostante questo, finché l’oggetto del discorso rimane la sala cinematografica, l’operazione-nostalgia riesce. Quando Micali tenta rapide incursioni nell’analisi sociologica e politica degli anni 60 e 70, però, si tiene troppo in superficie, sfiorando ripetutamente la retorica. L’impressione è quella di un documentario utile più che altro a stimolare i ricordi di coloro i quali hanno frequentato quel posto.
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