Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Il regista bergamasco ci aveva avvertito: dopo Centochiodi si sarebbe dedicato ai documentari. Tuttavia questo lavoro su commissione, che in buona parte ritrae le attività della fondazione Terra Madre, non è un “documentario” puro, se ne esistono, sia per la presenza di inserti di fiction sia perché i “documenti” del film, sui temi del cibo e dell’alimentazione, sono filtrati dall’autore, sempre. Tutto è cibo, e tutto è cibo di qualcosa. E gli “attori” del film, consumatori e produttori richiamati alla globalizzazione, rivendicano il diritto ad un cibo sano, equo e giusto.
Chi vedrà Terra Madre potrebbe però rimanere deluso. Per il tono nostalgico che sembra dare poche risposte scientifiche sulla compatibilità di un ritorno alla Terra con la modernità. E non perché non ve ne siano. Solamente sono date per scontate e si preferisce indagare il senso del rapporto dell’uomo con la terra, con retorica. Quella buona. Limitare i propri bisogni, essere consapevoli di ciò che si mangia, produrre cibo senza interferire con la natura. Tutto questo non nega il progresso; lo indirizza. Ogni madre porta il suo bambino. La terra ci porta tutti, o almeno dovrebbe. E Olmi vuole solo ricordarcelo.
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