Regia di Gian Paolo Cugno vedi scheda film
Visivamente splendido quanto imbarazzante a livello di storia e di sceneggiatura.
Promette benissimo nella prima mezz'ora con tutti i colori e le passioni tipiche del sud, poi si perde in un calderone di intrecci e di scene inutilmente drammatiche e di cui si poteva fare a meno. L'uccisione del dirigente FIAT? La segretaria in paranoia per mezz'ora di film? Bocci che urla "NON CI VEDOOOOOO" prima del sesso? Il poliziotto che uccide per sbaglio Lo Verso? Le mille operazioni agli occhi? Erano necessarie? Non bastava abbozzarle o addirittura eliminarle per concentrarsi sulla psicologia dei protagonisti?
Troppa carne a cuocere e l'impressione è che il regista non sappia come cucire tutto insieme.
L'intenzione di Cugno forse era quella di mostrare uno spaccato della società attraverso 3 decenni, ma trovo che lo abbia fatto nella maniera sbagliata, in maniera pesante, senza continuità, portando lo spettatore a chiedersi cosa c'entrino determinate scene col resto.
Chi ha visto "Baaria" di Tornatore avrà notato la somiglianza delle intenzioni, o almeno l'ho notata io (minicolossal italiano a partire dalla Sicilia), peccato che questo film, al contrario di quello di Tornatore, non abbia continuità. Gli eventi dovrebbero essere collegati ma risultano tutti su piani diversi, sembrano minifilm staccati.
Splendidi Bova (non ne sono un'estimatrice ma qui ammetto che l'ho trovato spontaneo e piacevole) e la Cucinotta comunque. Lo Verso e Giannini straordinari come sempre, peccato che a non essere alla loro altezza e a non valorizzarli come si deve sia il film stesso. Uno degli esempi del famoso detto che i film non li fanno gli attori ma i registi.
Crolla sotto le sue stesse pretese.
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