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Nel paese delle creature selvagge

Regia di Spike Jonze vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Nel paese delle creature selvagge

di Enrique
2 stelle

Nel paese delle creature selvagge era uno di quei film che aspettavo di vedere da un pezzo. Ma quando, infine, è capitata l’occasione il film (e, sottolineo, il film) mi ha indotto a sciuparla.
Il film si è rivelato, infatti, un polpettone (anzi, una “polpettina”, visto che, quanto meno, dura poco) senza capo né coda ed estremamente soporifero ed io (fatto più unico che raro) non ho saputo proprio trattenermi. Mi è scappato il pisolino.
Così mi ricordo di un bambino, affetto da un qualche disturbo di personalità, che scappa a perdifiato nel mondo dell’immaginazione.
E mi ricordo di una combriccola di stani (anzi, bruttini) pupazzi giganti, giocherelloni, ma inspiegabilmente “carnivori” e pure violenti.
E mi ricordo anche di una “cerimonia” di incoronazione povera, con annessi strambi festeggiamenti.
Poi il vuoto (“zzzz”), l’addio ed il ricongiungimento familiare (senza neanche una tirata di orecchie od una sculacciata; ah queste mamme moderne!).
Ora al di là di ogni presunto significato allegorico/metaforico sulle grane grame di una certa fanciullezza, sulle trasparenze fra la dimensione onirica e quella da incubo, sulla creatività infantile quale rifugio e palestra di vita (ed altre menate similari), nonché al di là del fantomatico tono da fantasiosa (ma ruvida) poesia (solo apparentemente a misura di bambino) è una soffertissima noia a farla da padrona.
Dopo uno splendido inizio, in cui le difficoltà del bambino nel rapportarsi con il mondo degli adulti sono rese con un montaggio emotivo, il film si appesantisce quando deve raccontare l’anarchia di una mente che esorcizza le proprie paure diventando il deus ex machina di un mondo, in cui le esperienze pregresse vengono rielaborate attraverso un modello familiare che ripete, enfatizzandole nella morfologia primordiale delle creature selvagge, le dinamiche relazionali del mondo reale (nickoftime).
Ergo, il ricordo più importante di tutti è quello che vale per il futuro: non guardare più questo film.

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