Regia di Spike Jonze vedi scheda film
I mostri qui hanno gli occhioni dolci e pieni di comprensione; il discolo viene continuamente premiato: fugge di casa e trova facilmente riparo, i mostriciattoli gli si rivelano amici, ne diventa addirittura re, torna a casa e la madre lo adora daccapo; le insidie della vita, insomma, nel Paese delle creature selvagge, non esistono. Ma il brutto - il pessimo - di questo film è che non si tratta di una 'antifavola', ovverosia: lo spessore e l'ingenuità narrativa della favola sono assolutamente mantenuti in piedi; bensì siamo di fronte ad una favola antieducativa, la cui morale è palesemente: bambini, fate ciò che volete, tanto le creature selvagge sono vostri benevoli amici. Di un ottimismo stupido (cioè cieco, autoassolutorio) e becero (cioè facile, pilotato dal patetico), 'per famiglie' e 'americano' nel senso peggiore dei termini, questo terzo film di Jonze rovina tutto ciò che di buono il regista aveva fatto nei precedenti due lavori; d'altronde là i copioni gli venivano serviti da quel genietto di Charlie Kaufman, mentre qui si ritrova a dover scrivere insieme a Dave Eggers, partendo da un libercolo di Maurice Sendak. La sostanza di questo prodotto è tutta negli effetti speciali, nel rendere 'umani' i volti, le espressioni, gli occhi delle creature selvagge; che poi così selvagge non sono: forse il titolo si riferisce invece alla famiglia del piccolo? No di certo, perchè anch'essa in fondo è buona, comprensiva e gli perdona tutto. Che pasticcio! Ma è solo un film per bambini, dirà qualcuno: ebbene, non tutti i bambini sono così creduloni e vuoti di fantasia da aver bisogno di qualcosa del genere. 5/10.
Un bambino, sgridato dalla madre, scappa di casa e, correndo correndo, si ritrova in una foresta popolata da mostriciattoli. Fa amicizia con essi e si autoproclama re della comunità.
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