Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
Non inganni il nome di Riccardo Freda, che per la verità si firma con lo pseudonimo Robert Hampton, dietro la macchina da presa; così come non deve generare dubbi la presenza di Ennio De Concini (idem, medesimo discorso per il nom de plume Eddie H. Given) come sceneggiatore: Maciste all'inferno è un peplum come tantissimi altri, a budget forse meno miserrimo della media ma comunque ridotto, e che può vantare (si fa per dire) tutti gli ingredienti del genere. Tanto per cominciare, Freda sceglie un protagonista anonimo e sgraziato come Kirk Morris (alias Adriano Bellini), muscoloide monoespressivo dal ciuffo impomatato anche e soprattutto durante le furiose imprese agli inferi; e Andrea Bosic ed Helene Chanel non saranno grandi nomi di richiamo per il pubblico, ma sono i secondi in ordine di importanza in questo cast. Fra gli stereotipi del film mitologico, ecco Maciste che lotta vittorioso contro animali selvaggi (un leone di cartone, un serpentone-pupazzo), sposta pareti di roccia a mani nude, solleva un monolite con il quale - tenuto steso per il lungo fra le mani - si oppone all'avanzata di una mandria bovina inferocita; anche la povertà e la biasimevole retorica dei dialoghi ricalca gli standard del filone, con buona pace di chi si sarebbe aspettato qualcosa di più da un esperto di cappa e spada come Freda. Che, va riconosciuto perlomeno questo, confeziona a ogni modo con cura il lavoro, che formalmente appare meno trasandato dei suoi omologhi. Infine però, a peggiorare la situazione, il regista in un inserto di qualche minuto verso il finale ripropone a mo' di flashback alcune scene da precedenti pellicole di Maciste (con altri attori come protagonista!): argh. 2,5/10.
Una ragazza viene mandata al rogo perchè ingiustamente ritenuta una strega; la vera strega invece si trova all'inferno, da dove ha architettato il terribile piano. Il forzuto Maciste scene così nel regno di Satana, per eliminare la strega.
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