Regia di George Lucas vedi scheda film
Colpisce subito la sobria essenzialità della vicenda, che la scheda redazionale sintetizza in tre parole: “Trama in preparazione”; work in progress, dunque, ma anche tassello che completa nel modo più degno la pluridecennale saga. Lucas imbastisce un’opera dall’impianto audacemente sperimentale, quasi godardiano, che la precedente filmografia del regista (finora dedito a prodotti puramente commerciali, destinati al rincoglionimento del pubblico adolescenziale) non lasciava minimamente presagire: solo ora possiamo accorgerci che le precedenti puntate non erano che la pallida prefigurazione di questo superbo episodio conclusivo. I 195’ sono occupati quasi per intero (190’) dai soliloqui di Cialtron Heston, sempre ripreso di schiena, in inquadratura fissa in campo lungo, sullo sfondo di un muro spoglio: soliloqui divaganti sui temi più vari, pronunciati in tono annoiato e interrotti a intervalli irregolari dalla recita di una filastrocca infantile (chiaro omaggio a Kubrick). Vista la durata della performance, di tanto in tanto Heston viene sostituito da uno dei suoi cloni che, infrangendo le regole della finzione, si avvicendano sulla scena (da cui il sottotitolo), invitano l’anziano attore a riposarsi un po’ e prendono il suo posto. I minuti conclusivi ricostruiscono invece la genesi dell’Impero attraverso un serrato montaggio di scene velocizzate al modo delle comiche di Ridolini, fra un tripudio di effetti speciali. Un’opera ostica, certo, ma che appare destinata a segnare in modo indelebile l’immaginario cinematografico dei prossimi decenni. E infine non va passata sotto silenzio la scelta coraggiosa, e in netta controtendenza, di fare uscire il film senza l’accompagnamento di un battage pubblicitario: la lavorazione è stata tenuta accuratamente sotto silenzio, e il pubblico del mondo intero è stato colto di sorpresa dall’apparizione di questo inatteso (e mai annunciato) episodio fuori serie.
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