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Segreti di famiglia

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Segreti di famiglia

di FilmTv Rivista
8 stelle

«Nulla di quello che avete visto in questo film è veramente successo. Ma è tutto vero». Così Francis F. Coppola accompagnò il suo intricato labirinto biofilmografico, Tetro, alla Quinzaine des realisateurs 2009, ora in Italia ribattezzato Segreti di famiglia. Ardita opera sperimentale, pura grandezza del cinema, suo passato e futuro nel mix di bianco e nero elettrico, mélo che risuona di Powell e Pressburger e procede per scatole cinesi, disloca tempo e spazio nel racconto (vero) della famiglia Coppola emigrata in Argentina (falso). Il regista ha letteralmente “envoyer a chier” il Festival di Cannes che trent’anni dopo la Palma d’oro ad Apocalypse Now gli ha negato il concorso e ha scelto la sezione indipendente, presa d’assalto da critici e pubblico. Un film tutto suo (sceneggiatura, regia, produzione e distribuzione in Usa) che distorce e sublima la realtà coppoliana a partire dal titolo originale, Tetro, abbreviazione del cognome Tetrocini, dinastia di artisti visionari, scrittori e musicisti, centrata su Angelo (Vincent Gallo), sceneggiatore in esilio a Buenos Aires. La visita improvvisa, e sgradita, del giovane fratello Bennie (l’esordiente Alden Ehrenreich, un incrocio tra Leonardo DiCaprio e Matt Damon) dà il via a una spirale misteriosa di flashback e forward visionari, comici, macabri... Entrano in scena un minaccioso padre e uno zio gentile (interpretati da Klaus Maria Brandauer), entrambi direttore d’orchestra (così come padre e fratello di Francis), una critica teatral/letteraria perfida (Carmen Maura) e una serie di personaggi usciti dalla cornice dei ricordi, tra Welles e Fellini. Occasione per una requisitoria contro il mondo marcio dello spettacolo, la sua censura, i suoi premi e i suoi rituali mondani. Il puzzle familiare si compone attraverso l’incubo di un violentissimo crash automobilistico, dove muore la bella madre di Tetro (ma c’è l’eco della fine tragica del figlio di Coppola, rimasto ucciso in un incidente di motoscafo) e via verso tutte le ossessioni coppoliane e le sue escursioni emotive, paesaggi torridi e nevosi, l’amore e il delitto, il tradimento e la dedizione, la stasi e il viaggio. Un libero e severo omaggio al cinema, che segue, dice il regista, a una serie di film su commissione per rimettere in pari la Zoetrope (decisivo Dracula) e ridà a Coppola lo statuto di cineasta indipendente, il più giovane in circolazione.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 45 del 2009

Autore: Mariuccia Ciotta

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