Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Buenos Aires, il giovane Bennie ritrova il fratello Angie che ora si fa chiamare Tetro, e con lui vuole ricomporre un rapporto affettivo. Il racconto di Segreti di famiglia comprende riferimenti autobiografici, l'amore per la rappresentazione cinematografica, stilettate emotive ad elevata intensità, il dichiarato bisogno dell'arte per vivere, e non ultimo il melodramma del quotidiano. I colori che un film possiede sono i colori del mondo, in Segreti di famiglia non possono essere che un bianco e nero accecante ed estremo come lo sono le esistenze di Bennie e la sua perseveranza, di Tetro e del suo nichilismo. Entrambi si muovono sulla stessa linea ma partendo da posizioni opposte. Il giovane Bennie ridisegnerà la sua vita attraverso un percorso artistico, invece Tetro, disilluso e trasfigurato nell'arte, ritrova il senso doloroso della sua vita. Dunque si afferma il binomio arte-vita, come unica via di salvezza,che però ha bisogno di azioni purificatrici, di verità da svelare con le parole, i ricordi, la loro rappresentazione. Il film non lascia dubbi, tutto sarà spiegato attraverso i potenti strumenti messi in opera, una serie concatenata di indizi, di situazioni ruotano intorno all'evento culminante, proprio quando nella parte finale sembra che la fiction prevalga su tutto e abbia la forza di stravolgere e annientare ogni verità. Coppola controlla la vicenda al meglio, (e quanti registi sarebbero sopravvissuti dal colpo di scena rivelatore della paternità di Tetro in avanti?), riporta tutto sui binari della dimensione narrativa credibile, tanto umana e sincera da pensare di essere davanti a uno dei lavori meglio riusciti degli ultimi anni del regista americano.
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