Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
In un paesino del sud, un misterioso vecchio venuto dal nulla insegna a un fotografo un metodo infallibile per uccidere senza lasciare tracce. Dopo il primo sconcerto, il nostro ci prende gusto e comincia a fare pulizia: prepotenti, egoisti, imbroglioni e notabili corrotti vengono falcidiati, mentre una famiglia di americani (aspiranti speculatori edilizi) è costretta a girare di casa in casa in cerca di ospitalità. Sembra proprio un soggetto di Zavattini, che invece non c’entra nulla; però viene da chiedersi come lo avrebbe sviluppato De Sica. Quello che si vede è un film caotico, arruffato, episodico, con una morale (fin troppo) bonaria da inquadrare nella volontà di pacificazione sociale del dopoguerra: meglio non affrettarsi a giudicare, perché a volersi fare giustizia da sé si rischia di compiere una strage e di doversene poi pentire. È anche un film che mostra in pieno i limiti della poetica neorealista: gli interpreti, in buona parte non professionisti, sono simpatici ma inadeguati.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta