Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Avrà pure avuto una salva di fischi al festival di Cannes. Sarà….
Leggendo qua e là tra le critiche dei critici noto una nient’affatto sorprendente tendenza alla sottolineatura dei primi piani testicolo-clitoridei, in perfetta idiosincrasia con l’altro fenomeno, (italiano sicuramente, noi con le nostre mille parrocchie, ma forse anche di più) in virtù del quale questo film quasi tutti i cinema si sono praticamente rifiutati di proiettarlo. E certo che fuori del “Cinema San Carlo”, o “Cinema Santa Lucia”, una splendida locandina tutta nera con la scritta bianca “Antichrist” non rende esattamente molto in termini di pubblicità, tanto più che la “t” finale che è anche una croce, racchiude l’ambiguo simbolo genetico del femmineo, la qual cosa è probabile che, nell’immaginario parrocchiale oggi così rinvigorito anche in ambito politico, di per sé doppiamente bestemmi e disturbi la pubblica, dormiente quiete.
Eppure Lars Von Trier non è l’ultimo arrivato. Sì, è vero, fino a ieri lo si poteva anche so(u)pportare: fintanto che si limitava ad inserire, in una provocante ma pudicissima scena di amplesso da tergo, la battuta di lei che mormora: “E’ per questo che ti chiamano Grande Capo?” , anche il più rubicondo dei sacrestani, deglutendo il pop corn che gli stava andando di traverso, si poteva fare la sua grassa risata senza commettere peccato. Ma oggi, la Grande Critica, ipnotizzata dall’andirivieni in slow-motion dello scroto di chissachì, e soprattutto la Grande Distribuzione, Gran Madre di ogni verdetto, preferiscono ridersela del genio danese, fischiare e passare oltre.
Risultato: l’incasso al botteghino italiano ammonta, aggiornato ad oggi, a un totale di euro 522 mila, cioè un perfetto fiasco dal quale il buon, fragile Lars, spero, sappia presto riprendersi. Sempre ammesso che gliene freghi qualche cosa…. (Ricordo che, dopo che la gentil Medusa decise che il suo Dogville doveva durare due ore in Italia contro le tre nel resto del mondo, il regista ebbe a dire che da lì in poi, di ogni suo film avrebbe girato due versioni, una per l’Italia e una per tutti gli altri paesi….).
Di mio, dopo averlo finalmente visto in DVD, posso solo dire che l’incipit in bianco e nero, tutto rallentato, con “Lascia ch’io pianga” di Hendel in sottofondo, vale da solo tutto l’incasso fin qui registrato. Se poi dietro, oltre il prologo, negli altri quattro capitoli aleggia un leggero stato di confusionale evanescenza, questo Anticristo, che è poi in realtà un Anticrista (l’esercito di donne che invade la collina nella scena finale) resta comunque un’opera di altissima qualità registica e artistica in generale, con due attori soli sulla scena che tengono per tutto il tempo un livello elevatissimo (e si sa quanto sia difficile lavorare con Lars Von Trier, chidere a Bjiork per conferma….), e con una tensione emotiva che, mi rendo conto, per i rubicondi sacrestani potrebbe rivelarsi pressochè insostenibile, al limite del letale.
Lungi dall’essere un capolavoro, rimane lo stesso un ottimo film. Peccato solo non averlo potuto gustare sul grande schermo.
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