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Antichrist

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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La recensione su Antichrist

di OGM
10 stelle

Il prologo è un languido rondò barocco intorno al senso della perdita: un lento, dolciastro e penoso macerare nel ricordo, che rimane sempre uguale, perché ormai immodificabile. Il resto della storia è il realismo straziato del dolore che annienta, che scortica l'anima lasciando scoperchiate le fibre nervose ed i canali del pensiero. L'essere che soffre è ruvido, contorto e legnoso, e fragile e crepitante come un cespo di erba secca. Il lutto non ha il sapore rorido e familiare delle lacrime, che sa di giardino innaffiato, di shampoo negli occhi e di acqua di mare dentro le narici; è, invece, un prosciugamento interiore, un sentirsi divorati crudi, mentre il contenuto del cuore si sgretola in una serie di frammenti piatti e spigolosi. La carne si fa vetro, il sangue si fa ghiaccio. Blu è il colore dei sogni negati, ridotti ad ombre statiche e prive di emozioni. Questo è il film dell'ansimare a vuoto, che non è capace di produrre soffici nuvole di poesia, ma solo di appannare uno specchio. L'unico puntello, in tanta angoscia, è la ragione (la psicoterapia) che, però, in fondo, è come un bastone offerto a chi non sa camminare. Inoltrarsi nel bosco è come addentrarsi nell'incubo dell'assenza, in un luogo in cui, nel silenzio e nella solitudine, il dolore avverte il pericolo di sprofondare nella irrealtà.  Contrariamente a quanto insegna la catechesi cristiana, secondo Lars von Trier la sofferenza non è una via di elevazione spirituale, bensì una porta spalancata sull'inferno: è la situazione esistenziale in cui l'uomo viene a contatto con le crudeli forze primordiali della natura, insensibili ed insensate, che lo trascinano nel loro caos. La dottrina secondo cui il supplizio è la giusta punizione che procura redenzione appartiene storicamente all'oscurantismo medievale, ma trova le sue origini morali nel senso di colpa che è prodotto, di riflesso, dalla sconcertante inspiegabilità del Male. Violenza subita e violenza perpetrata sono due facce della stessa medaglia e si corrispondono, secondo le leggi dell'universo, come azione e reazione. Solo la sproporzione e l'incoerenza della seconda rispetto alla prima consente (almeno nella storia umana) di mantenere positivo il bilancio dell'energia dinamica, assicurando quell'apporto di novità che è presupposto indispensabile al progresso. In questa sorta di hegelismo fisico e animale, la tragedia e il declino sono la sintesi urlante in cui tesi e antitesi si annullano a vicenda in un abbraccio mortale, facendo combaciare dolore e piacere, sopravvivenza ed autodistruzione: è questo l'eterno finale riservato ai dannati che si dibattono, tra pungoli e torture, nei gironi danteschi. "Antichrist" è un progetto artistico e filosofico, che intinge il pennello nella follia individuale più cupa  per spargerne la sostanza ammorbante sulla Storia: i periodi bui, le eclissi dell'umanità non sarebbero altro che momenti in cui un magma demoniaco emerge dalle viscere del tempo, infettando ogni vivente con la brace dei suoi tenebrosi ardori.

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