Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Il confronto con Il trono di sangue e con il Macbeth di Welles aiuta a chiarire i difetti di questa versione, che pur dimostra conoscenza di quelle, ma per condurre a risultati opposti, di compiaciuto eccesso realistico e truculento, talmente forzato da dare l'impressione, certe volte, di voler essere grottescamente umoristico; inutile e fastidioso, anche se una prima volta l'ho visto con qualche interesse e ho creduto di riconoscervi l’usuale abilità del regista.
Rivisto, sempre con interesse, confermo la gratuità degli eccessi. Leggo che Tuesday Weld avrebbe dovuto interpretare la moglie di Macbeth ma rifiutò di apparire nuda; anche le nudità, della regina pazza e delle streghe in un sabba, non richieste dal testo, mi paiono inutili come le truculenze di immagini, come la finale testa di Macbeth che rotola in primo piano. Il dramma resta affascinante e la resa non lo rovina tanto da impedire di goderne la poesia; ma non credo che aiuti a goderla. Spero di poter rivedere subito Il trono di sangue per ripeterne il confronto.
Rivisto, sia quello di Kurosawa sia il Macbeth di Welles, sempre meno mi piace quello di Polanski, che si rivela volgare, pesante e troppo compiaciuto. Il dramma originale è così affascinante da rendere interessante anche questa versione, se la si vede da sola e dopo che da molto tempo non si rilegge la tragedia; ma è inaccettabile dopo una fresca lettura della tragedia o un confronto con le altre due versioni, entrambe molto belle.
Polanski sottolinea di più (per un pubblico disattento) il fatto, già evidente nella tragedia e nelle altre due versioni, che la profezia vale e si realizza solo in quanto viene creduta, e che perciò essa rappresenta i desideri malsani del protagonista, senza nulla di fatale: esattamente il contrario dell'epopea di Edipo che pure richiama. In questa infatti ognuno fa di tutto per evitare l'avverarsi delle terribili profezie, e proprio così le rende possibili; qui solo credendoci e desiderandole e favorendole le rende possibili; Banquo non ci crede e suo figlio non diventerà re; Macbeth si crede invincibile e lo è effettivamente: Polanski lo sottolinea nel duello con Macduff, in cui Macbeth vince agevolmente e gli lascia la vita, ma poi viene a sapere che Macduff nacque per taglio dal ventre della madre e non per parto naturale, e solo a questo punto non trova più la forza per vincere.
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