Regia di Armando Iannucci vedi scheda film
Nella possibilità di un imminente attacco bellico americano in Medio Oriente, si agita frenetica la sotterranea guerra di diplomazie tra Stati Uniti e Inghilterra.
È difficile comprendere come sia stata possibile la candidatura agli Oscar come miglior sceneggiatura non originale (il soggetto proviene infatti da una serie tv britannica, The thick of it) per In the loop: capiamoci, il copione è senz’altro studiato con maniacale cura per i dettagli e il materiale narrativo è quantitativamente ingente e organizzato in maniera sufficientemente eterogenea, dando più l’impressione di un affresco che di un ritratto, puntando insomma in maniera chiara al film corale. Ma è altrettanto vero che già dopo i primi dieci minuti di visione lo spettatore – quello non ancora frastornato dal mal di testa, data la rapidità dell’avvicendarsi di eventi e personaggi, e la totale disarticolazione tra essi – non ne può più, e arrivare in fondo all’ora e tre quarti di durata della pellicola diventa una vera impresa. La dimensione giusta per un lavoro del genere era il cortometraggio, ma Armando Iannucci, regista televisivo di ormai consolidata fama, per il suo debutto sul grande schermo ha voluto strafare. Sua, e di Jesse Armstrong, Simon Blackwell e Tony Roche è la sceneggiatura; tra gli interpreti ci sono Peter Capaldi, Gina McKee, Samantha Harrington, Zach Woods, Olivia Poulet, Tom Hollander, Chris Addison e, in una particina, anche Steve Coogan. L’impressione di fondo è che il ritmo sostituisca qui l’azione vera e propria, la trama in senso stretto: il serrato montaggio e l’utilizzo di camera a mano e, frequentemente, di zoom sui mutevoli protagonisti al centro di una scena fitta di personaggi, confermano questa idea. 3,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta