Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
In un'orribile giornata, una donna perde il figlioletto, che annega nella vasca da bagno mentre lei è fuori casa, e l'amante, decapitato in un incidente d'auto. A casa con il piccolo c'era la sorella maggiore, che ha un rapporto fortemente conflittuale con la madre. Un rapporto destinato a peggiorare perfino.
Dopo qualche anno di apprendistato come assistente del padre, il leggendario Mario, Lamberto Bava esordisce 'da titolare' dietro la macchina da presa con questo Macabro, da lui stesso scritto con l'aiuto di Roberto Gandus e dei fratelli Avati, Antonio e Pupi. Il buon mestiere ereditato per via paterna e i collaboratori azzeccati sono già di per sè una garanzia sulla pellicola, che parte in maniera sensazionale - per i primi 10-12 minuti si trattiene il fiato - per poi afflosciarsi gradualmente, fino a risollevarsi nel finale 'macabro' a oltranza. Una storia realmente accaduta a New Orleans, recita la didascalia di apertura: eppure l'inverosimiglianza della trama è forte e la scena conclusiva non aiuta in alcun modo a migliorarne l'attendibilità; siamo presumibilmente in uno di quei casi in cui la dicitura "liberamente ispirato a..." sarebbe stata la scelta più onesta e più giusta. La fattura del lavoro è comunque sufficientemente curata, con tanto di riprese effettivamente girate negli Usa, ma cast quasi completamente nostrano: Bernice Stegers, la protagonista, è l'unica americana fra gli interpreti centrali del lavoro, che conta anche sulle presenze di Stanko Molnar (slavo attivo a Cinecittà), della piccola Veronica Zinny (italianissima, la bambina del film: assolutamente bocciata, e in effetti - debuttante qui - non comparirà mai più su un set), di Roberto Posse, Ferdinando Orlandi, Fernando Pannullo. Condensando la materia narrativa o aumentando la tensione anche nella sezione centrale della storia, probabilmente l'opera ne avrebbe giovato. Bava jr. tornerà tre anni più tardi con La casa con la scala nel buio. 3,5/10.
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