Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Debutto ufficiale dietro alla MDP per Lamberto Bava chiamato a dirigere - per l’equipe Pupi Avati & C. (i produttori son gli stessi dei capolavori horror del maestro) - un’opera più drammatica che ororrifica. Si tratta di un film atipico, sia per la filmografia del regista ligure che per quella di Avati (qui in veste di co-sceneggiatore).
Ritmo lentissimo, a tratti noioso, causa una sceneggiatura che punta tutto sul rapporto necrofilo tra la protagonista e la testa mozzata del suo amante. Lo script viene spacciato per una storia vera sebbene appaia del tutto inverosimile (passi il lato necrofilo della vicenda; ma come si può prendere in giro lo spettaotre spacciandoli per corrispondente alla realtà un finale in stile Bruno Mattei? Poco verosimile, poi, che una donna sottragga una testa mozzata di un uomo vittima di un incidente automobilistico, così come il fatto che abbia una bambina di 9 anni talmente sadica da pianificare delitti intricatissimi).
Regia poco “di genere” con un Bava Jr. che confeziona la sua opera più impersonale. Bruttina la fotografia, sufficiente la colonna sonora.
Nota positiva, invece, per gli attori. Convincente Molnar nei panni di un cieco; A tratti sopra le righe, ma comunque passabile la Stegers. Si segnala un nudo integrale per lei.
Nel complesso qualche buono spunto per l’epoca (lato perverso dell’intera storia), ma uno sviluppo talmente lento da favorire la noia degli spettatori più votati all’azione. Garantito il salto sulla sedia nell’ultima inquadratura, purché siate ancora svegli. Voto: 5.5
Il soggetto, così come è stato sviluppato, è discreto per un mediometraggio e non per un lungometraggio.
Decisamente con il freno a mano tirato. Non incide neppure sulla fotografia, non facendo adottare quel taglio tipico che contraddistinguerà buona parte dei suoi successivi prodotti.
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