Regia di Paola Columba vedi scheda film
È una storia di sangue, come dice il titolo, quest’interessante opera prima di Paola Columba, girata nelle poco visitate location del Molise ed illuminata da una fotografia livida e rischiarata. Giovanni esce dal carcere, dopo tre anni passati lì con l’accusa di bancarotta fraudolenta, e torna al paese natio, nel rudere dove vivono gli altri tre fratelli: la materna Luana, il ritardato Andrea e il rude Peppe. Proprio quest’ultimo ha deciso di richiedere dei fondi all’UE per far compiere il grande salto alla sua attività. Giovanni torna lì per riscattare la sua parte di eredità del padre, consistente in un quarto dell’intera proprietà. Ma non sa che il padre, in punto di morte, s’è rifiutato di lasciarli quella quota, e sospetta che Peppe abbia agito contro di lui. Inizia così, tra firme e richieste d’interdizione, sotterfugi e fughe, una lotta tra i due fratelli che non può aver che un esito. E a procurar la morte di uno di loro è…
Con echi tornatoriani (specialmente nel disegno della realtà rurale), ma anche con influenze di Sergio Rubini (La terra), Martin Scorsese e Abel Ferrara, Paola Columba racconta una storia aspra e scura con sapienza e piglio competente e appassionato, coinvolgendo lo spettatore in una battaglia senza esclusione di colpi amara e tagliente. Dramma a tinte forti, scritto dalla regista con Fabio Segatori (che aveva già esplorato i territori del Molise e delle Puglie con il suo esordio Terra bruciata) e realizzato con pochi mezzi, questo Legami di sangue è uno dei debutti più colti e calorosi degli ultimi anni, ed è un peccato che non sia uscito al cinema ma solo in DVD. Grande cast, ben amalgamato e affiatato, nel quale spicca la clamorosa Cristina Cellini. C’è anche un cammeone di Arnoldo Foà: la generosità dei giganti.
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