Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Matteo (Tiberi) è cultore della materia in matematica. Si barcamena, in coabitazione con Francesco (Mandelli) nella carissima Milano, tra affitto, lavoro precario, aspirazioni accademiche. Ma soprattutto tra due ragazze, che scombinano la sua strutturale pretesa di esattezza: Beatrice (Lodovini), da Todi, aspirante insegnante di latino e greco, e Angelica (Crescentini), responsabile marketing dell’azienda spersonalizzante per cui Matteo lavora (a un progetto su una rete di ripetitori per telefonia). Arriverà il momento delle scelte, sia lavorative che emozionali. “Liberamente ispirato” a Generazione 1000 euro di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa (Rizzoli), da un soggetto di Massimo Venier, Simone Herbert Paragnani e Federica Pontremoli, un film che eleva la precarietà a tema portante, incrociandola con un assioma matematico (illustrato da Paolo Villaggio). Che la precarietà non sia altro che il corrispettivo del principio di indeterminazione? Tutto, in questo film, appoggia la tesi del “se non ho quel che voglio, mi convinco di volere quello che ho”. Forse dobbiamo solo darci una calmata. Buon ritmo e dialoghi umoristici («questa è l’unica epoca nella Storia in cui qualcuno torna in Molise») che inaugura il carpe diem movie.
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