Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Se si crede che questo film ha valore di spaccato sociologico della generazione bambocciona de noantri,che è una fotografia fedele di quello che sta succedendo nella società odierna o che sia la denuncia di celluloide del precariato esistenziale dei giovani non più tanto giovani....beh forse siamo sulla strada sbagliata.Quello che si vede in questa Milano affetta da managerite (forse è questo il morbo sociale più pericoloso:troviamo manager ovunque)è un mondo taroccato,figlio degenere delle apparenze,tutti vestiti con l'abitino dlla prima comunione o con i loro acessori con la griffe bene in evidenza eppure con le pezze sulle mutande.Sotto a questi manager rampanti che fanno fortune spendendo i soldi degli altri(molto spesso anche buttandoli via) c'è tutta una casta di schiavetti,pronti a tutto pur di avanzre nella considerazone dei capi.Si cerca di ridere su questa gerarchia.Eppure c'è poco da ridere quando lavori tutto il giorno come un mulo e porti a casa la bellezza di 4-500 euro.Altro che mille euro.Magari.E per i laureati ,per coloro che scelgono di investire nello studio(l'Università è una forma di investimento,si sta fuori dal mercato del lavoro per avere qualcosa in più tra le mani oltre che il fatidico pezzo di carta) la situazione non è molto più rosea.Contratti capestro e di durata limitata(quando sono 6 mesi è già grasso che cola) in cui diventi solo uno schiavetto del ras di turno per portare a casa lo stesso stipendio da fame.Non credo che il film di Venier,che peraltro ho trovato piuttosto simpatico,aveva questa ambizione.E'una storiella con il suo bel carico di ovvietà ma che ha qualche bel guizzo dal sapore surreale(il buco nel pavimento),con personaggi che cercano di riprendere la banalità del quotidiano e che si scontrano ripetutamente col proprio senso di inadeguatezza al mondo che li circonda.In questo caso un mondo fatto di squali travestiti da manager rampanti.Generazione 1000 euro è un film su una mandria di vitelloni moderni che vivono sempre almeno a una spanna da terra,che cerca di ridere sul precariato a vita di alcuni che si trasmette come una malattia esantmatica contagiosa.Attori simpatici,qualche aforisma felice,alcuni sorrisi e la solita pappardella sul fatto che il precariato investe il giovane a tutti i livelli.Anche quello sentimentale.E allora meglio vivere alla giornata al costo di farsi scappare qualche occasione ghiotta per svoltare....Aaaah i sentimenti....
non brillantissima
nei panni di un vecchio professore universitario
Una delle brillanti manager di cui sopra
parte sullo sfondo
è sempre molto carina
perlomeno è simpatico
un cameo
totalmente fuori dalla realtà...
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