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Complici del silenzio

Regia di Stefano Incerti vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Complici del silenzio

di ethan
8 stelle

Quando nel 2009 'Complici del silenzio' uscì passò quasi inosservato nei cinema italiani e non venne apprezzato dalla critica in generale.
E' un peccato perché il lavoro di Stefano Incerti racconta in maniera partecipe e accorata, sullo sfondo dei Mondiali di calcio disputatisi in Argentina nel 1978, alcuni episodi (immaginari) occorsi durante la tremenda dittatura militare del generale Videla e la conseguente vergognosa pagina dei 30.000 desaparecidos, in gran parte giovani che avevano come unica 'colpa' quella di opporsi a un regime spietato.
Le accuse all'autore di usare uno stile da fiction le trovo quantomeno superficiali o prevenute, poiché se da un lato, la sceneggiatura, dando grande spazio al rapporto tra il giornalista impersonato da Alessio Boni e l'attivista Ana (la stupenda, in tutti i sensi, Florencia Raggi) non è esente da pecche, dall'altro la mano del regista regala alcune sequenze di puro cinema, come quella agghiacciante dei cadaveri accatastati come le carcasse di animali o quella, dall'effetto straniante, con la folla festante per la vittoria (immeritata) della compagine di casa ed il padre di un ragazzo scomparso che si fa strada su una ruspa ma che, alla fine, viene freddato dai militari.
Dopo un'ellissi di 28 anni, la vicenda si conclude nel 2006, con il giornalista che torna a Buenos Aires e riabbraccia la figlia di Ana (e sua) sullo sfondo delle strazianti note di 'Fragilidad' cantata da Mercedes Sosa, grande cantora popular argentina.
Le sequenze del film sono inframmezzate da immagini di repertorio del 'Mundial', evento sportivo sul quale le ingerenze del regime furono decisive per la vittoria dell'Albiceleste: la famosa, per gli appassionati di calcio come me, farsa denominata 'marmelada peruana', con cui, 'complice' l'estremo difensore peruviano Ramon Quiroga che si gettava sistematicamente dal lato opposto dei tiri dei giocatori argentini, che si concluse con un improbabile 6-0 che qualificò i platensi e la successiva finale con gli Orange orfani di Cruyff, vinta grazie alla fortuna ma soprattutto all'imbelle arbitro italiano Gonella che 'chiuse gli occhi' di fronte ai pestaggi dei giocatori di casa ai danni degli avversari e la consegna della Coppa FIFA al capitano Passarella da parte dell'ineffabile Videla gridano ancora oggi vendetta (ovviamente dal punto di vista puramente calcistico; tutto ciò, sia chiaro, è ben poco rispetto alla tragedia di più ampia portata che si verificò)
Un errore nella recensione di Fittante: Maradona, allora non ancora diciottenne, non era in panchina ma neanche nella seleccion, causa una cervellotica scelta dell'allenatore 'El Flaco' Menotti.
Un film da riscoprire. Voto: 7/8.

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