Regia di Federico Rizzo vedi scheda film
Fuga dal call center dimostra che in Italia sappiamo fare anche horror.
Come,non è horror?
Eppure c'è qualcosa di più inquietante di laurearsi a pieni voti, appendere subito al chiodo il foglio di carta appena guadagnato a prezzo di duri sacrifici ( fisici, mentali ed economici), fare doppi e tripli lavori per cercare di mangiare, non poter avere una prospettiva futura di coppia (un figlio,chi era costui?) e lavorare in una specie di girone infernale dantesco tra telefonate surreali e capi reparto che sembrano appena usciti dal più vicino manicomio criminale?
Inutile rispondere.
Tutta la vita davanti di Virzì aveva già gettato una luce inquietante sul mondo dei call center, ora il film del giovane Federico Rizzo conferma la mostruosità che corre sul filo del telefono.
Fuga dal call center è sia film che documentario perchè alterna la parte di fiction (che racconta la storia di una coppia come tante a cui è precluso praticamente tutto) a interviste a veri operatori di call center, menti brillanti con lauree appese alle pareti ad ammuffire e perendere polvere, menti ormai avviluppate nell'alienazione da call center in cui sei solo una voce che deve saper vendere un prodotto.
Film sulla precarietà lavorativa che si trasforma in precarietà anche sentimentale, illuminato dalle fredde luci della fotografia tagliente di Luca Bigazzi, girato con un pugno di euro(400 mila), l'opera prima al cinema di Federico Rizzo(dopo una lunga gavetta di fiction girata in digitale) recupera una vena grottesca presente oltre che nel succitato film di Virzì anche in un piccolo film come Cresceranno i carciofi a Mimongo (a sua volta debitore del fulminante Clerks di Kevin Smith) anche quello a suo modo ritratto fedele della precarietà lavorativa dei giovani d'oggi.
Solamente che quello era totalmente fiction, qui c'è di mezzo la realtà scarnificata attraverso interviste in bianco e nero di giovani o ex giovani che sembrano aver perso la voglia di progredire.
Insomma si ride a denti strettissimi ma giusto per non piangere.
E se non è horror questo....
regia brillante in un film serio,serissimo
notevole
surreale
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