Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Imperfetto, ma nel contempo generoso, esempio di cinema che si cala nel sociale, in questo caso il mondo della prigione, con uno sguardo solare e sfruttando la scelta di utilizzare veri detenuti (ciò da parecchio realismo ed è una scelta che premia).
La storia ruota intorno ad una recita teatrale da realizzare all’interno del carcere di Torino; il tema scelto è “La passione”, ma sorge subito un bel problema, dato che nessun detenuto vuole calarsi nei panni di Giuda.
A questo punto si farà di necessità virtù e si cercherà di mettere in scena una visione diversa da solito (con l’ovvio ostacolo del prete e di una suora), ma ci sarà un piacevole imprevisto.
Le qualità di Ferrario le conosciamo bene (così come i temi delicati a cui ama dedicarsi) e qui propone, ancora una volta, un film originale come pochi se ne fanno qui da noi, ricco di idee artigianali (su tutte l’arrivo dell’indulto e la conseguente ultima cena che porta con se felicità, ma anche un pizzico di nostalgia).
Presenta il mondo delle carceri e getta pure uno sguardo “contro” sull’universo della religione (la visione deve essere quella, punto e stop), ma non tanto per far sembrare tutti buoni, come alcuni hanno detto, ma per farci vedere come, in fondo, i detenuti siano spesso (quelli rappresentati, ovvero i piccoli criminali), vittime sfortunate della loro determinazione sociale e che poi paghino è giusto, ma non serve certo accanirsi o vederli come il male supremo.
Operazione difficile, ma sostanzialmente riuscita, grazie ad uno stile documentaristico indovinato, un ritmo brillante, una buona dose di simpatia, alcuni parti musicate con buoni testi (un paio di pezzi sono proprio belli) e tanta buona volontà da parte di tutti.
Brava anche la Smutniak a calarsi nella parte con naturalezza, ma i veri protagonisti sono tutti gli attori improvvisati.
Originale, ma se vogliamo anche semplice e naturale, una bella idea, resa piuttosto bene anche se qualche approssimazione nello storyboard non manca.
VOTO : 6/7.
Tante idee, sia dal punto di vista della storia che da quello della rappresentazione, non sempre ottimali, ma spesso azzeccate.
VOTO : 6,5.
Decisamente piacevole e disinvolta in scena.
VOTO : 6++.
Più simpatico e composto del solito.
Soddisfacente.
VOTO : 6+.
Poche scene, ma ci sta bene nei panni della suora.
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