Regia di Valerio D'Annunzio vedi scheda film
La diversità non è un reato, gridano le opere prime del cinema italiano. E mentre Diverso da chi? affronta la tematica con leggerezza, dall’Abruzzo arriva un piccolo titolo sconvolgente e drammaticamente vero. A firmarlo è Valerio D’Annunzio, giovane attore e regista teatrale. Giovanni (un grandissimo Roberto Herlitzka) è un pianista ormai maturo, sposato con prole, annientato dalle regole di una normalità rassicurante. Natura bivalente la sua, donna nel profondo, uomo nel corpo. Un corpo sbagliato, come le scelte che le convenzioni sociali lo costringono a fare, e con le quali prima o poi è impossibile non fare i conti. Arriva un po’ tardi Alessio, specchio di una possibile alternativa. La sua storia è appena abbozzata ed è un peccato. Ma al talentuoso D’Annunzio, questo e altri piccoli errori si possono perdonare. Sa già muovere con carattere i personaggi, impadronirsi del sogno e degli scarti temporali, caricare di emotività e poesia anche un soggetto così controverso. Lo supporta la rigida Trieste, ammorbidita dalle note di Giovanni Allevi. Il resto lo fa Herlitzka, sporcando persino le sue labbra di rossetto, e regalando emozioni che solo vecchi e bambini sanno suscitare.
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