Regia di Irving Reis vedi scheda film
Nella Londra del 1940, un vecchio ufficiale in pensione torna nella casa dove era vissuto da giovane e viene preso dai ricordi. Lì, quand’era bambino, suo padre aveva portato una piccola orfana della quale, crescendo, lui si era innamorato (stessa situazione di Cime tempestose, con inversione tra sessi). Sua sorella maggiore, però, aveva fatto di tutto per separarli (per difendere l’integrità del patrimonio familiare, ma anche perché provava un affetto velatamente incestuoso per il fratello): lui se n’era andato, prestando servizio nelle varie colonie dell’impero britannico, lei aveva sposato un nobile italiano. Ora lui assiste al ripetersi della medesima storia fra sua nipote e il nipote della donna amata, che si vogliono bene ma rischiano di perdersi: prima di morire sotto le bombe, riuscirà a convincere la ragazza a superare le proprie paure e a riunirsi al giovane (“non fare lo stesso errore che ho fatto io: se sprechi un solo momento una porta si può chiudere, un treno può partire, una nave può salpare, un uomo può morire”). Struggente melodramma in stile Il ponte di Waterloo (ambiente militare, Londra in tempo di guerra, rimpianti per un antico amore); ci sono numerosi episodi paralleli fra la vicenda passata e quella presente, che slittano insensibilmente l’una nell’altra per mezzo di inquadrature di qualche oggetto che si trova sempre allo stesso posto, dando l’idea di un tempo immobile. Il film non teme l’inverosimiglianza, e qualche soluzione può apparire un po’ eccessiva (es. la voce narrante affidata alla casa, che mantiene la memoria delle cose accadute al proprio interno); ma, se si sta al gioco, merita la visione.
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