Regia di Ernest R. Dickerson vedi scheda film
Interessante mediometraggio a tema vampiresco: i vampiri sono rappresentati in chiave moderna, caratterizzati inoltre da una profonda umanità, senza risultare dei bambolotti ricolmi di miele. Infatti, se da un lato la personalità umana del protagonista lo porta a rifiutare il suo nuovo status di vampiro risparmiando la sorellina e uccidendo il Master e sé stesso, dall'altro il vampiro "alfa" (interpretato da uno straordinario Michael Ironside, indimenticabile villain di "Scanners") conserva la natura pervertita che aveva da vivo.
Il film presenta, ovviamente, numerose citazioni del Cinema Vampiresco (e credo anche dei videogame), dall'immancabile ombra in stile "Nosferatu" a spezzoni del "Dracula" di Browning, fino ad arrivare allo stokeriano «I don't drink... wine» (inoltre mi pare di aver colto anche alcuni echi dell'hooperiano "Salem's Lot").
La regia di Dickerson, seppure non al livello degli altri (veri) Maestri dell'Horror (la sua carriera interessa infatti quasi esclusivamente il mondo delle serie tv), è comunque piuttosto buona: molto interessante il modo in cui sono rese le soggettive del vampiro, che sembra quasi richiamare la grafica videoludica.
In conclusione, pur non rientrando sicuramente nella lista dei migliori episodi della serie "Masters of Horror", questo "The V Word" riesce comunque ad essere un prodotto assai godibile e interessante per gli amanti del Genere (e in particolare del filone vampiresco).
Voto: 6-7
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