Regia di Victor Rambaldi vedi scheda film
Karate Kid a Imola. Flavio Montrucchio nel ruolo che fu di Ralph Macchio. Si ride solo a pensarci, ma l’umorismo di Il soffio dell’anima è inequivocabilmente involontario. Come quando l’ex Gieffino ripone due vasetti di fagioli sui polsi per migliorare il suo equilibrio. Quando in un campo di grano simula movenze del tipo: mossa del cigno, mossa del giaguaro. Sproporzionati anche i primi e primissimi piani che Victor Rambaldi, della nota famiglia degli effetti speciali, dedica al suo karateca. Per entrare nell’anima, naturalmente, di un film che scivola via come un bicchier d’acqua lasciandoti il suo stesso sapore. Neutro, nonostante un tema forte che ha a che fare con gli oltre quarantamila dializzati del nostro Paese. Da un romanzo di Valentina Lippi Bruni, una trama sportiva per dimostrare che, quando la salute ci abbandona, possiamo rialzarci in piedi e ricominciare a correre. Sarà, peccato che a Imola Flavio Montrucchio a tirare con l’arco con la guida spirituale Tai Ping non sia proprio credibile. Non è sua la colpa, né di un cast perlopiù televisivo. Ma quando alla fine si mettono di mezzo anche i superpoteri, non vorresti, ti senti fuori luogo, ma ti scappa proprio da ridere.
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