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Il soffio dell'anima

Regia di Victor Rambaldi vedi scheda film

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La recensione su Il soffio dell'anima

di chinaski
2 stelle

Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Valentina Lippi Bruni, basato su una storia vera, Il soffio dell’anima parla della lotta individuale di un ragazzo, Alex (interpretato da Flavio Montrucchio), contro la propria malattia (causata da un trapianto di rene andato male) e della ricerca della sua identità, attraverso la pratica di una disciplina di combattimento orientale. Eliminati i riferimenti alla dialisi e ai problemi di salute del protagonista, elementi drammatrurgicamente ricattatori nei confronti dello spettatore, quello che rimane del film è una sbiadita storia d’amore adolescenziale, le arti marziali e un incredibile duello finale tra Flavio Montrucchio e Raffaello Balzo, con tanto di sfera di energia che si forma nelle mani di Montrucchio e manda al tappeto l’avversario. Per dare sostanza alla sceneggiatura Victor Rambaldi (figlio di Carlo) inserisce delle imbarazzanti frasi di filosofia orientale spicciola che dovrebbero segnare le coordinate spirituali della ricerca di Alex e dell’intera pellicola. Lo scontro più evidente è tra le ambizioni del regista (parlare della malattia e della guarigione, degli insegnamenti delle discipline orientali, della ricerca di se stessi) con una messinscena sfacciatamente televisiva, che non sa che farsene del formato in 16:9 della pellicola e che viene riempita dai volti e dai corpi degli abitanti del piccolo schermo. Il regista prova diverse soluzioni tecniche ormai ampiamente abusate quando sono le idee registiche a mancare. Quindi accelerazioni e rallentì delle immagini per dare ritmo alla narrazione, cambi cromatici nelle scene oniriche, montaggio iperveloce nelle sequenze di combattimento (per nascondere l’incapacità di Montrucchio e Balzo nel lottare), dissolvenze incrociate nell'unica e casta scena di sesso. La pellicola si inserisce quindi in quel filone di opere che trasportano sul grande schermo i paradigmi delle produzioni catodiche e che lasciano a corpi senza spessore il compito di riempire lo spazio e il tempo filmico come fossero ospiti di un qualsiasi salotto televisivo della domenica pomeriggio.

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