Regia di Jonas Barnes, Michael Manasseri vedi scheda film
Il coté orrorifico è a tratti pure sorprendente e l’iconografia basica efficace – la babysitter, una fattoria isolata, un uomo di nerovestito che pedina la protagonista, etc. Il problema è che ci troviamo davanti ad un irritante christian movie mascherato da film horror.
Inizialmente crediamo che l’ossessione religiosa della brava ragazza americana sia una caratteristica del personaggio per evidenziarne maggiormente la turba sessuale da rapportare in seguto alla turba sessuale del presunto killer delle babysitter. La protagonista infatti, invece di farsi un bong accende una candela con disegnata una croce, prende il rosario si inginocchia e prega mentre intorno a lei ci sono anime immonde come la nuova coinquilina e il suo ragazzo che fumano e si lasciano andare ai piaceri della carne, al telefono assicura alla madre che presto cercherà una chiesa e infine, colpo di genio cattolico!, trova pure un giovane ragazzo, ex chierichetto, moro, occhi celestiali, gentile come solo nell’edulcorata deformazione del mito americano poteva essere. Una caratterizzazione tanto stereotipata che poteva avere solo due motivazioni: o lo sfottò satirico o la propaganda fondamentalista. Purtroppo, in Babysitter Wanted, si tratta della seconda.
Alla luce di tutto questo, il coté prettamente orrorifico e gli interessanti twist violenti a cui assistiamo, invece di essere classici dispositivi figurativi dell’horror con i loro sottotesti e le loro riflessioni sulla carne, la violenza, la turba, etc., assumono piuttosto lo stesso valore di infondata cattiveria e sadismo dei cattolici nei confronti di tutto ciò che è diverso e non conforme al loro credo, esattamente come accadeva secoli fa con i conquistadores che convertivano con la tortura i nativi indigeni, con gli inquisitori e i loro sadici massacri, oppure, più recentemente, con l’infelice pratica omofobica.
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