Regia di Koji Wakamatsu vedi scheda film
Ennesimo episodio dedicato da Koji Wakamatsu al sesso rituale, claustrofobico e coatto, inteso come strumento di un potere non altrimenti espresso, per la definizione fittizia di un ruolo gerarchico. In questo film, in particolare, il corpo nudo è l’icona spoglia di un’umanità sacrificata ad una cultura di morte, che comprende anche alcune forme pseudoreligiose, simboleggiate dalla crocifissione in stile sadomaso. L’uomo e la donna superstiti, gli unici intorno a cui la pellicola si colori, sono amanti mitologici (vedi la coda blu di lui) e tragici (vedi il sangue rosso versato da lei) ed incarnano la passione primordiale che lega ed acceca (vedi la scena di bondage all’inizio) e, nonostante tutto, resiste intatta alla furia della brutalità. “Violent virgin” è il tipico caso di opera estrema nei contenuti, ma non nella forma: è sì radicale nella raffigurazione della condizione individuale, però rinuncia all’iperrealismo visivo a favore di un suggestivo stile metaforico.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta