Regia di Marco Limberti vedi scheda film
A Prato l’industria tessile è una delle più colpite dalla concorrenza cinese. In un libro, L’assedio cinese (edito da Il Sole 24 Ore), l’autrice Silvia Pieraccini mette in evidenza come oggi nel distretto si sia sviluppato un modello orientale che ha numeri da capogiro: circa 2.700 aziende, 1.700 addetti, un giro d’affari poco al di sotto dei 2 miliardi di euro. Queste industrie però realizzano spesso abiti di bassa qualità, sfruttano la manodopera clandestina, non rispettano le minime norme di sicurezza e riescono a sommergere fiscalmente parte del loro fatturato. Da questo spunto nasce Cenci in Cina, che vuole essere sicuramente specchio della realtà locale ma al tempo stesso è soprattutto una commedia Made in Prato. La città toscana ha già fatto da sfondo ad alcuni cult del cinema toscano come Berlinguer ti voglio bene e Madonna che silenzio c’è stasera. Protagonisti del film di Limberti (già aiuto regista per Nuti, Pieraccioni e Veronesi), sono Vittorio Pelagatti e Armando Giachetti, proprietari dell’industria tessile Gobbotex che è stata fondata dai nonni. La loro attività sta attraversando una profonda crisi e, a complicare le cose, sopraggiunge un’industriale cinese che compra le aziende in difficoltà. In alcuni momenti il film può risultare divertente soprattutto quando mette a fuoco il contrasto tra i due protagonisti. Quello interpretato da Paci è spendaccione e pensa solo alle donne, quello di Ciampi cerca di far quadrare inutilmente i bilanci. Al di là di qualche soluzione comunque curiosa (le scene in bianco e nero di Prato nel 1949 con la nascita della Gobbotex), il film appare troppo sconclusionato, affidato a piccoli sketch da teatro locale e ciò è evidente già dall’inizio quando un malcapitato regista cerca di realizzare uno spot pubblicitario. Per quanta simpatia possa suscitare questa operazione, manca però quella cattiveria tipica del cinema di Ceccherini presente in Lucignolo e Faccia da Picasso: la comparsa dell’attore toscano è troppo fulminea per contagiarla e contagiare davvero.
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