Regia di Peter Chan vedi scheda film
Tre fratelli “di sangue”, due semplici contadini/briganti ed un ex-generale dell’esercito Ching, uniscono le loro forze nella Cina di fine 800 per sedare una ribellione. La guerra, una donna e gli intrighi di palazzo metteranno a dura prova la loro fratellanza.
La storia del film è ambientata nel pieno della rivolta Taiping, iniziata in Cina nel 1851 e conclusasi con la sconfitta dei “ribelli” nel 1864; i Taiping, guidati dal loro leader Hong Xiuquan, erano una setta para-cristiano/ortodossa che predicava l’uguaglianza tra tutti gli uomini e una forma politica caratterizzata da un’equa divisione dei beni e della ricchezza tra tutti i cittadini arrivando, al massimo della sua diffusione, a controllare una buona fetta del paese. La trasposizione cinematografica di questo periodo storico punta tutto sulla spettacolarità delle battaglie, prediligendo le scene guerresche di massa rispetto ad un individualismo “wuxiapian” non accentuato e lasciato saggiamente in disparte. La strategia militare viene tradotta in ordini precisi e scomodi da parte di uno dei tre protagonisti, Jet-Li, che interpreta il generale Pang Qing-yun, sopravvissuto ad una battaglia nella quale hanno perso la vita tutti i suoi uomini e intenzionato, dopo un primo periodo di vergogna e smarrimento, a riabilitare il suo nome e cercare vendetta; l’attore sembra soffrire un po’ la parte affidatagli, abituato ad essere il protagonista principale e castigamatti di quasi tutte le pellicole interpretate, ma smette con sufficiente disinvoltura questi panni per vestire quelli di un generale esperto dell’arte della guerra e delle sue sanguinarie ed estreme conseguenze. I due attori coprotagonisti, Andy Lau (Zhao Er-hu) e Takeshi Kaneshiro (Jang Wu-yang) contribuiscono ulteriormente a formare un cast “Asian All-Star”, grazie alla collaudata professionalità da veterano del primo ed alla buona verve drammatica del secondo. Il regista asseconda le tre stelle ma non si lascia soverchiare dalla loro presenza ingombrante e mantiene ferma e decisa la sua regia, fatta di immagini iperrealiste e brutali. Gli eserciti, infatti, si muovono compatti in un immaginario sanguinolento e barbarico, non risparmiando la visione di squartamenti e massacri insensati. Una buona sceneggiatura, scritta a più mani da vari autori cinesi, ben dosata nell’alternanza tra piglio eroico e dramma scespiriano, completa un quadro spettacolare di notevole impatto sia emotivo che visivo.
Drammatica.
Robusta.
Realista.
Coerente.
Idealista.
Graziosa.
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