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Adventureland

Regia di Greg Mottola vedi scheda film

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La recensione su Adventureland

di mc 5
10 stelle

Nello scorso weekend le uscite in sala sono state decisamente poche, per la precisione tre. Su una di queste possiamo stendere un velo pietoso tanto palese ne è l'insignificanza ("Una notte con Beth Cooper") mentre sulle restanti due avrei qualcosa da ridire. Si tratta di "Adventureland" e "St.Trinian's". Ebbene, le due pellicole stanno ricevendo da parte della critica trattamenti talmente diversi da farmi sorgere qualche sospetto. Un film intelligente e sensibile come "Adventureland" è stato praticamente ignorato, nessun (o quasi) sito di cinema lo ha recensito, come se non fosse mai uscito. Quella fetecchia demenzial-giovanilista di "St.Trinian's" invece, il cui tremendo trailer ci insegue da settimane, viene quasi all'unanimità apprezzato e giudicato "esilarante". A parte il fatto che in una sarabanda con collegiali sexy che paiono avere come riferimento culturale le Spice Girls e in un ributtante Rupert Everett (tra)vestito da donna non vedo dove dimori "l'esilarante", io di fronte a simili atteggiamenti critici non posso che rimanere perplesso. Vabbè. Lasciamo pure gli "esilaranti" critici alle loro "esilaranti" visioni, ed occupiamoci di questo gioiello che, in pieno deserto estivo, ci ha deliziato come quando un improvviso temporale d'estate arriva a placare l'arsura e a contrastare benefico l'afa. Una pellicola, questo "Adventureland", dove tutto è "grazia". Davvero, in questa estate in cui gli inqualificabili "Transformers" e il solito "Harry Potter" triturano come degli schiacciasassi ogni presenza trovino sul loro cammino (al punto che pellicole appena sufficienti come "Outlander" ci appaiono come pregevoli), beh, con questi chiari di luna, il film di cui stiamo parlando si candida seriamente ad essere la pellicola più sorprendentemente godibile dell'estate. Il film, scusate se ripeto il termine, pare toccato da uno stato generale di grazia, che ne contamina ogni dialogo, ogni tratto di sceneggiatura, ogni immagine. Qualcuno, da qualche parte, ha tirato in ballo, come riferimento, "Guida per riconoscere i tuoi santi". E ci può stare, se non altro per collocazione temporale, gli anni 1986 e 1987, che accomunano gli eventi narrati. Ma l'accostamento fra queste due pellicole mi ha suggerito anche una serie di riflessioni, forse arbitrarie o forse bizzarre, ma che vorrei qui di seguito esporre. Ricordate chi erano il regista e il protagonista della "Guida per..."? Rispettivamente Dito Montiel e Shia LaBeouf. In "Adentureland" invece abbiamo alla regìa Greg Mottola e come protagonista uno straordinario Jesse Eisenberg. Due attori e due registi, quelli che ho citato, le cui carriere hanno negli ultimi anni registrato variazioni curiose e in direzioni qualitative opposte, il che ci porta ad alcune considerazioni. Fermo restando che "La guida per..." era un ottimo film, dobbiamo comunque rilevare che: (A) - Dito Montiel che non faceva altro che dire nelle interviste quanto lui fosse in realtà solo uno scrittore prestato al cinema e che probabilmente non avrebbe diretto altri film, si è appena cimentato nella regìa di quel "Fighting" il cui trailer è deprimente nel suo strabordare di luoghi comuni e situazioni convenzionali (combattimenti clandestini nella metropoli notturna, mah...argomento che si presta a decine di clichès banali...).  (B) - Shia LaBeouf come attore ha subito una chiarissima involuzione (basti pensare alla sua ben poco stimolante performance nel secondo episodio dei "Transformers"), quasi fosse imprigionato dentro uno stile di recitazione artefatto che, come in una gabbia, rischia di rinchiuderlo per sempre dentro un clichè e di precludergli ogni evoluzione artistica. Specularmente, a proposito di "Adventureland", possiamo invece notare quanto segue: (A) - Greg Mottola si è conquistato una sua discreta notorietà con una pellicola quantomeno discutibile come "SuXbad", divertente certo, ma con quello spessore "particolare" che caratterizza i film prodotti da Judd Apatow e che lo ha di fatto reso catalogabile nel filone giovanilistico-demenziale, insomma un'opera da cui si intuiva la stoffa del regista, ma la cui ispirazione era al servizio di una volgarità fieramente ostentata. Qua invece, in "Adventureland", Mottola ha cambiato decisamente registro, affrontando (sua è anche la sceneggiatura) una storia di formazione, dominata da un tocco delicato, struggente, malinconico, lievemente ironico, agrodolce...insomma si tratta di un'opera matura e consapevole, che, francamente, da Mottola non mi sarei aspettato. (B) - Jesse Eisenberg ne è il protagonista, in un ruolo che pare glielo abbiano cucito addosso; la sua adesione al personaggio è straordinaria; il suo modo di muoversi e di gesticolare, i toni sfumati di recitazione, insomma è una prova d'attore perfetta. E a questo punto mi mangio le mani per essermi perso (ma sono già alla ricerca del DVD!) la sua precedente performance ne "Il calamaro e la balena". Ecco, se posso esprimere un auspicio, io vorrei vedere in futuro sugli schermi più Eisenberg e meno LaBeouf. Anche se temo che i risultati al botteghino indirizzeranno i potenti di Hollywood a fare scelte diverse...Insomma, se ancora non si fosse capito, intendevo dire che, nelle vesti di nerd, trovo Eisenberg simpatico e credibile mentre, nello stesso genere di personaggio, LaBeouf ha rotto i coglioni (scusate il francesismo). Mi accorgo che, travolto dal mio stesso fiume di parole, ho taciuto l'unico dettaglio, forse il solo elemento che verosimilmente porterà qualche sparuto spettatore a vedere questo film, e cioè la prsenza di Kristen Stewart. Eh beh, figuriamoci, lei è la diva del momento, la "reginetta", colei che col suo ruolo di fanciulla "in ambasce" in "Twilight", ha raggiunto e contaminato i "cuori nella tormenta" di milioni di adolescenti dispostissimi a farsi coccolare dai meccanismi del marketing. Sorvolando quindi sulla discutibile saga teenie-vampiresca che le ha dato fama e soldi, va comunque detto che la Stewart in questo ruolo funziona molto bene. La sua principale qualità è quella di riuscire ogni volta a dare vita a personaggi di ragazze inquiete animandole di uno "spleen" di inconsueta intensità. Il film è uscito in pochissime copie e in un numero esiguo di sale, alla stregua del più anonimo fondo di magazzino. E pensare che, oltretutto, si tratta di una pellicola che racchiude tutti i potenziali elementi per essere apprezzata tanto dal cinefilo appassionato quanto dal pubblico più popolare e meno esigente. Con un unico problema, però: farglielo sapere, alla gente, che questo film ESISTE...e non è dettaglio da poco. La vicenda è sintetizzabile in poche righe. Con la premessa importante che la storia è in gran parte autobiografica, basandosi sui ricordi di esperienze giovanili autentiche vissute dal regista-sceneggiatore Greg Mottola. Siamo a Pittsburgh nell'estate 1987, in piena presidenza Reagan. James Brennan, fresco diplomato al college, progetta di spassarsela in giro per l'europa con gli amici, in attesa di affrontare l'Università. E invece, principalmente a causa di ristrettezze economiche, sarà costretto a cercarsi subito un lavoro. E lo trova in un parco giochi. Questo parco rappresenterà per James un percorso di crescita, di formazione, di consapevolezza. Tutto qua. Ma raccontato con garbo, con intelligenza, adottando un registro di commedia con venature malinconiche. E adesso, per concludere, apriamo un capitolo fondamentale nell'economia complessiva della pellicola: quello della musica rock. Sì, perchè questo film, così come i riferimenti personali dei singoli personaggi, è impregnato di cultura rock'n'roll. Già nello scorrere dei titoli di testa è chiaramente annunciato che le scelte della colonna sonora sono affidate agli Yo La Tengo, gruppo che gli appassionati dell'indie-rock conoscono molto bene. Ma poi basta lanciare un'occhiata alla composizione della "soundtrack" per rendersi conto del livello artistico, tenendo presente che si è ovviamente privilegiato quella musica che era in auge verso la fine degli anni 80, periodo in cui si sviluppa la vicenda proposta dal film. Si va dunque dalla magica "Satellite Of Love" di Lou Reed fino ai Velvet Underground, passando per gli INXS, i Cure, i Crowded House, i Replacements, i gloriosi New York Dolls. Ma su due artisti in particolare vorrei mettere l'accento. Sul mitico Falco, che con la sua "Rock Me Amadeus" è un pò il tormentone del film...ma soprattutto su una band americana indipendente che io ho sempre amato alla follia, e che qui compare anche stampata su una t-shirt indossata da Kristen Stewart: i leggendari Husker Du. Cercatelo, questo film. Perchè questo non è il genere di film che, direttamente dai potenti uffici marketing, arriva fino alle vostre case o nelle vostre teste. No, questo è uno di quei film che dovrete voi, con pazienza, andare a scovarlo. E posso garantire che ne sarà valsa assolutamente la pena.
Voto: 10

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