Regia di Dito Montiel vedi scheda film
Non amo molto i film di questo genere, ma per una curiosità di critica, come alle volte mi succede, l’ho visto con una certa diffidenza, visto i miei gusti personali, che è andata quasi immediatamente a perdersi. Certamente la storia è rivolta verso certi combattimenti, ed il plot stesso non lascia nessun argomento per rientrare dentro il genere, che evidentemente riscuote successo su una certa ala di pubblico, ma la realizzazione va ben oltre, fin dalle prime inquadrature, all’impostazione stessa della trama. L’analisi sul protagonista che lentamente apre i suoi lati oscuri, l’ambiente che lo circonda, lasciandoci nella mani di un coprotagonista assolutamente diverso dagli stereotipi propostici dal genere, e che permette al regista, grazie ad ottima sceneggiatura, di rendere diversa l’atmosfera e con più sfumature che umanizzano in maniera problematica i rapporti. I personaggi principali sono pieni di debolezze derivanti dallo stato sociale, ma colpiscono fino in fondo come gestiscono e variano, invece di essere prese in maniera monolitica le loro vedute. La coerenza morale che porta al rischio, ma che comunque viene salvaguardata, è la nota principale del racconto, un parterre con volti giusti e senza insistenze programmate. Un’amicizia sentita da dentro, anche se nata in maniera casuale, sempre messa a rischio dagli eventi, determina la vera tensione di tutto il film. Tecnicamente ineccepibile, nel senso che le riprese degli incontri colgono nel segno, grazie anche ad un montaggio efficace che non delude neanche i fans del genere, come non delude chi non lo ama; un film che salta il fosso della catalogazione e rimane del cinema vero ed efficace.
una stroia raccontata nella maniera giusta
ottima regia e scemneggiatura fatta con Robeert Munic
un volto giusto di attore
un bel personaggio che si differenza molto bene
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