Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il film è piaciuto molto al pubblico, forse per i dialoghi intelligenti, ma il vero cinema è anche un’arte visuale. Per avere una camera così statica, ambienti così grigi e anonimi, e qualche paio di attori che fanno così così il lavoro pronunciando qualche battuta pseudo-filosofica (più pseudo che filosofica comunque: la società di massa fintamente allegra ma in realtà spaventata; lo scienziato-superuomo in grado di sopportare le “terribili verità dell’esistenza” – ma tentando due volte il suicidio finchè non incontra una sensitiva, la solita timida apertura di Allen a una tematica spirituale che lo angoscia; e poi un mucchio di stereotipi idioti su felicità, libertà, costumi sessuali) posso andare a teatro o leggere un libro. Lo stile qui diventa mera tecnica asservita a un testo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta