Regia di Woody Allen vedi scheda film
Era da trent'anni che la sceneggiatura di questo film era stata congelata dallo stesso regista, ma non si può dire che non abbia subito le influenze delle riflessioni dell'Allen degli ultimi periodi. Infatti questa pellicola si propone un pò come la soluzione/conclusione di tutti i travagli del tormentato autore: "Credete a quel che vi pare, purchè siate felici". Un messaggio positivo, ma assolutamente melanconico nella sua formulazione. Perchè sì, l'alter ego di turno di Woody si definisce misantropo, ma più che altro è nichilista, termine ancor più estremo di ateo.
Lo svolgersi della vicenda è un pò discontinuo: mentre nella prima parte Larry David ruba la scena a tutti (e nel farlo è molto bravo, basti vedere i lunghi monologhi in piano sequenza), nella seconda il film prende altre strada, abbandonando il protagonista per vedere l'evolversi delle situazioni dei personaggi minori, per giungere ad un finale un pò rassegnato. Evan Rachel Wood non è malaccio nell'interpretare il suo ruolo, perchè pare veramente grulla.
Le gag non mancano, ma in generale le situazioni del professore alle prese con un'ignorante (e dislessica) sono assolutamente esilaranti. Tra le battute memorabili: "Ho visto il vuoto, aiutami!" "va bene dai, allora mettiamo un altro canale".
Ritorna un discorso meta-linguistico, che woody non inseriva da parecchio tempo nelle sue opere. E mai era stato così eslplicito. Il personaggio protagonista dialoga apertamente con la platea in sala e tenta di rendere consci anche gli altri personaggi della loro appartenenza ad un film.
Dire che in clonclusione il termine con cui definire questo film sia delizioso. Si ride, ma più che altro si sorride prendere atto di tutte le conclusioni del protagonista proposte in modo divertito.
Anche se personalmente non condivido il credo Alleniano, e con tutte le prove e le dimostrazioni che cita in questo film sarei in grado di giungere alle opposte conclusioni.
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