Regia di Woody Allen vedi scheda film
Già l'inizio è impagabile. Il protagonista rivolgendosi frontalmente al pubblico in sala si esprime più o meno così: "Hey gente, se cercate un film che vi faccia stare bene, allora è meglio che andate a farvi fare un massaggio ai piedi". Che Dio benedica Woody Allen. So di essere in buona e numerosa compagnia quando affermo di adorare da sempre il suo modo di fare cinema e il suo inconfondibile stile. La sua cinematografia non è chiaramente tutta allo stesso livello, eppure se io passassi in rassegna tutti i 40 titoli da lui finora diretti, non credo individuerei nessun film che si possa definire brutto o scarso. E questo "Whatever works" è uno dei migliori (non ho detto il migliore!) del Maestro. Questo anziano assalito da mille manìe e da tutta l'acidità del mondo, è un personaggio impagabile, interpretato con indiscutibile talento da Larry David. Ancora una volta Allen nuota nel suo liquido preferito, un mare di grottesco, di satira acida e corrosiva, di sarcasmo a piene mani, ma anche adorabile ironìa, insomma le solite vagonate di intelligenza da cineasta finissimo e colto. Se qualcuno mi chiedesse cosa apprezzo di più nel suo stile, non esiterei a rispondere che io lo reputo l'antidoto più clamorosamente efficace contro il cinema volgare, quello consolatorio e ruffiano che riempie le multisale. Detto di questo sorprendente Larry David che rappresenta (ovvio) l'alter ego di Woody stesso, con tutto il suo carico di fobìe e di atteggiamento prevenuto e polemico verso ogni cosa che si muova, bisogna segnalare la crescita di quello splendido angelo pallido che è Evan Rachel Wood (per alcuni una sorpresa, per me che la adoro solo una conferma). Se pensiamo all'acerba inquietante teen-ager di "Thirteen", beh, Evan Rachel ne ha fatta di strada: si tratta evidentemente di un'attrice che, nel corso degli anni, si è impegnata parecchio per studiare e migliorarsi. I dialoghi sono "frizzantini" da impazzire, ma la loro brillantezza non è che una delle cifre stilistiche abituali del Maestro. E poi quello che seduce da morire è come Allen "organizza" e dirige il solito irresistibile "gioco delle parti" che caratterizza le sue commedie agrodolci...per esempio la maestria con cui orchestra le entrate in scena di nuovi personaggi, con una teatralità che richiama l'applauso. E -badate- stiamo parlando di un intellettuale del cinema che ARRIVA alla gente, e arriva forte e chiaro (a certe battute grottesche si percepisce chiaramente l'ilarità del pubblico in sala). Andate a vedere questo film, e sarà facilissimo immergersi in quell'amabile atmosfera, lasciarsi trasportare da un vento di sventata ironìa e di sublime leggerezza. Vi garantisco che sorriderete senza pausa dall'inizio alla fine. Una bella botta di cinema intelligente e di umorismo stimolante. Ce n'era bisogno. E uscendo dalla sala mi sono ritrovato a pensare: "Se tutti gli americani possedessero lo sguardo e la cultura europei di Woody Allen, forse sarebbe un mondo migliore".
Voto: 10
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