Espandi menu
cerca
Basta che funzioni

Regia di Woody Allen vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Andreotti_Ciro

Andreotti_Ciro

Iscritto dal 23 aprile 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post -
  • Recensioni 405
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Basta che funzioni

di Andreotti_Ciro
6 stelle

Una trama che prende il via nei’ 70, quando Allen aveva pensato all’attore di teatro Zero Mostel , per il ruolo di protagonista. La scomparsa del comico di origine ebraica aveva però scombinato piani e progetti del regista newyorchese fino a fargli rimandare di oltre tre decenni una pellicola costruita con alcuni dei suoi consueti marchi di fabbrica: L’ambientazione minimalista, il pessimismo cosmico, i dialoghi snervanti e gli interrogativi sull’esistenza terrena, con l’aggiunta di un protagonista che abitualmente sfonda la quarta parete per dialogare con il pubblico in sala.

 

Un protagonista che offre una tesi elementare ma al tempo stesso capace di affascinare chi l’ascolta. Difendendola fino a una conclusione che, a causa delle vicende narrate, difficilmente lo fa discostare da convinzioni granitiche come il marmo. Perché “basta che funzioni” non è semplicemente un titolo, ma una teoria per la quale Boris Yelnikoff è pronto a scommettere. Ovvero non importa se un’affermazione, una teoria, un evento siano giudicate come giuste o sbagliate, ma se funzionano devono rimanere del tutto inalterate.

 

Larry David, comico famoso oltre oceano e semi sconosciuto alle nostre latitudini, raccoglie il testimone passatogli dal suo vecchio amico Woody Allen, con la dote doverosa di ogni tic e idiosincrasia possibile, incluse la verbosità, l’ipocondria, una scarsa capacità di accondiscendere il prossimo, fino a una vena umoristica fatto di battute al vetriolo che non risparmiano nessuno.

 

La pellicola nel complesso funziona pur ricadendo in tutti gli stereotipi del cinema di Allen. Reggendosi quasi esclusivamente sulla figura di Yelnikoff, sul legame con Evan Rachel Wood nel ruolo della ventenne Melody, trattata alla stregua di una semplice comparsa, e su situazioni ai limiti dell’assurdo.

 

Nulla di innovativo quindi sotto il sole di un regista che curiosamente decise di ripescare dal proprio cassetto una sceneggiatura di oltre trent’anni prima per narrare una vicenda a lui molto vicina: l’amore fra un uomo nella fase calante della sua esistenza e una giovane donna.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati