Regia di Woody Allen vedi scheda film
Ennesima operina fiacca e poco divertente di quello che per una decina d'anni (fino alla metà degli anni 70) è stato il regista-attore più intelligentemente divertente della storia del cinema americano (e non solo). Poi è iniziato il periodo cosiddetto del "fratello scemo di Ingmar Bergaman" e la verve dissacrante è scomparsa quasi per sempre (rarissime le eccezioni: Zelig e pochissimo altro).
Da allora il nostro prepara un filmetto all'anno, sempre più debole, sempre meno divertente, sempre più pretenziosetto, e lo porta in Europa (negli USA non se lo fuma più nessuno) dove il gregge dei critici gli attribuisce doti e pregi inesistenti.
Per nostra fortuna, la political correctness che sta distruggendo la cultura americana, almeno un risultato (per quanto degenere) lo sta ottenendo: dopo avere prodotto un film all'anno per trent'anni, da quando è stato accusato (demenzialmente peraltro) di pedofilia, negli ultimi cinque anni si è limitato a due scicchezzuole in croce.
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